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Inchiesta sui nidi dei falchetti, OdG: il ruolo del giornalista è quello di informare

01/08/2016
La collega Elisabetta Rossi, cronista di giudiziaria delle pagine di Pesaro del quotidiano "Il Resto del Carlino", il 23 giugno ha scritto un articolo sulla vicenda dei furti di nidi di falchetti che vengono venduti sui mercati clandestini. L'inchiesta ha preso il via sette mesi fa.
L'articolo le è costato l'accusa di violazione del divieto di pubblicazione di atti coperti da segreto, di istigazione alla rivelazione di segreti d'ufficio in concorso con un pubblico ufficiale per un ingiusto vantaggio patrimoniale (9 euro lordi, a questa somma ammonta il pagamento dell'articolo) e favoreggiamento reale nei confronti dei mercanti di falchetti. Per questo motivo alle 7 di mattina del 27 giugno alcuni agenti del Corpo Forestale hanno condotto una perquisizione nella sua abitazione con il conseguente sequestro del suo cellulare tuttora in atto, nonostante il Tribunale del Riesame abbia annullato il 23 luglio il decreto di sequestro del telefono perché effettuato per “meri fini esplorativi”.
Il cellulare però non è stato riconsegnato e dopo una settimana di possesso post sentenza, il pm Sante Bascucci del Tribunale di Pesaro ha firmato un nuovo decreto di sequestro e presentato ricorso in Cassazione contro l'annullamento deciso dal Riesame. Inoltre, sabato 30 luglio è stato convocato in Procura il capo servizio della redazione di Pesaro Luigi Luminati come persona informata dei fatti.
Nel frattempo la giornalista Elisabetta Rossi è stata interrogata perché rivelasse la sua fonte. La collega si è avvalsa del segreto professionale che, essendo pubblicista, non le viene riconosciuto dagli inquirenti come facoltà a cui appellarsi (nonostante ci siano non poche sentenze di segno contrario). Le accuse che le vengono mosse prevedono dai 2 ai 5 anni di carcere.
Nell'esprimere solidarietà alla collega Elisabetta Rossi, l'Ordine nazionale dei Giornalisti si astiene dal commentare l'assurda accusa dell'ingiusto vantaggio patrimoniale (9 euro lordi) ma rileva come per un magistrato sia più facile incriminare un giornalista anziché indagare per scoprire gli eventuali e reali responsabili del reato. L'OdG ricorda che il giornalista non può venire meno al proprio dovere che è quello di informare correttamente il pubblico: la collega Rossi ha pubblicato notizie di cui era venuta a conoscenza e da lei ritenute interessanti per i lettori.