Tantissima gente nella Chiesa dei Cappuccini, assieme alle autorità e ai vertici del Resto del Carlino. Un esempio di correttezza, lealtà e professionalità.
Chiesa gremita per l'ultimo commosso saluto a Paolo Nonni, da 25 anni capo della redazione pesarese del Carlino, portato via martedì sera alla sua famiglia e ai suoi colleghi da una tremenda malattia. Nemmeno l'ampio piazzale antistante la chiesa dei Cappuccini bastava a contenere la folla intervenuta per l'addio. Parenti, amici, autorità, giornalisti e lettori affezionati si sono accalcati per il funerale del decano dei capi. Un'istituzione in città e non solo.
Nelle prime file oltre ai parenti, la moglie Giuliana e il figlio Francesco, e i fratelli Luigi e Giorgio con le rispettive famiglie, erano sedute le autorità. I vertici del quotidiano erano al completo, con il direttore Pierluigi Visci, l'ex direttore, ora deputato, Giancarlo Mazzuca, il direttore di Quotidiano.net Xavier Jacobelli, il vice direttore del 'Carlino' Beppe Boni, il direttore delle Iniziative editoriali Pierluigi Masini, il caporedattore centrale Massimo Pandolfi, il vicedirettore di Quotidiano.net Beppe Tassi, il capo redattore 'Lei e Lui' Gloria Ciabattoni, il condirettore della Poligrafici Editoriale Luca Ceroni, il vicedirettore generale Poligrafici editoriale Salvatore Petronelli, il dirigente del personale Alessandro Serrau, Valentina Pinardi dell'Ufficio legale, l'ex direttore del personale Giuseppe Zavatta, la responsabile della tipografia Elena Donati, la responsabile delle promozioni Patrizia Zanna. Oltre naturalmente a tutta la redazione pesarese, redattori e collaboratori e ad altri rappresentanti delle redazioni limitrofe.
Tra i rappresentanti delle istituzioni il prefetto Attilio Visconti, il presidente della Provincia Matteo Ricci, il sindaco Luca Ceriscioli e i vertici delle forze dell'ordine. E poi ancora tanti sindaci dei Comuni della provincia di Pesaro Urbino, assessori e consiglieri comunali, provinciali, regionali, dirigenti del mondo dell'industria, delle associazioni di categoria e del mondo della cultura.
Una cerimonia sobria, concreta come sarebbe piaciuta a lui, senza tanti fronzoli. Ma vera, sentita, interrotta più volte dagli applausi, come è giusto per chi come Paolo Nonni tanto si è speso nel lavoro e nella vita per gli altri. La gente comune, semplice, quella da cui prendeva le notizie e a cui metteva in mano ogni giorno la verità e la correttezza di un'informazione pulita, libera da ogni etichetta e da inutili invenzioni. Non ne aveva bisogno.