Editore:
Rizzoli (2010), pag.211, Euro 32,00
Nel gennaio del 1954, la critica televisiva muove i primi passi sul “Corriere d’Informazione”, costola popolare del “Corriere della Sera”, diretto da Gaetano Afeltra. Fino al 1957, i temi televisivi sono esplorati quasi esclusivamente nell’edizione pomeridiana del quotidiano. Il piccolo schermo si affaccia alla ribalta della testata principale solo in caso di notizie con qualche riferimento alla cronaca nazionale: inaugurazioni di nuovi impianti di trasmissione e di ricezione, benedizioni papali, manifestazioni sportive e musicali.
Intravedendo spiccate somiglianze tra la televisione e il palcoscenico, il “Corriere d’Informazione” affida i primi articoli di critica Tv a Giovanni Cenzato, recensore teatrale e drammaturgo. Lo affiancano anche altre personalità, chiamate a ricoprire un incarico del tutto inedito, come Vincenzo Buonassisi, già critico cinematografico ed Emilio Radius, appassionato melomane. E poi ci sono le “grandi firme” del “Corriere” (Indro Montanelli, Dino Buzzati, Achille Campanile), invitate a nobilitare con il loro prestigio un oggetto di analisi ritenuto basso e popolare.
A venticinque anni dalla nascita del medium, Giuliano Gramigna, primo “critico” del “Corriere”, è chiamato a celebrare la rivoluzione portata dall’avvento della televisione. È l’occasione per fare il punto sullo stato dell’arte della critica televisiva: “Il primo disagio di quegli anni in certo modo pionieristici derivava, credo, dalla improbabilità della qualifica di critico televisivo che qualcuno si era trovato addosso. Alla quale, almeno all’inizio (metà e fine degli anni Cinquanta) e almeno da noi, salvo eccezioni, mancava tutto: la base teorica, lo strumento metodologico, perfino il linguaggio”.
Il rapporto tra “Corriere della Sera” e televisione è una storia affascinante e curiosa che prende le mosse, appunto, negli anni Cinquanta, quando si comprende che la Tv non va presa sottogamba e occorre qualcuno che aiuti il lettore (e il quotidiano) a capire il nuovo mezzo di comunicazione.
Aldo Grasso è professore ordinario di Storia della Radio e della Televisione presso l’Università Cattolica di Milano. Dal 1990 è critico televisivo ed editorialista per il “Corriere della Sera”.