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La battaglia di Stalingrado

11/12/2012
Autore: 
Alfio Caruso
Editore: 
Longanesi (2012), pag.160, Eur 11,60
La battaglia di Stalingrado segnò l’inizio della disfatta militare hitleriana. Per l’importanza strategica che aveva assunto nel quadro del fronte russo-tedesco, la città fu insistentemente attaccata dai Tedeschi a partire dall’agosto 1942.
La conquista di Stalingrado avrebbe infatti permesso all’esercito nazista di impadronirsi della maggiore via acquea di rifornimento della Russia intera (il Volga), di occupare la grande base per le operazioni nel Caucaso e di operare l’accerchiamento per la conquista di Mosca. L’attacco fu iniziato il 19 agosto 1942 dal generale Friedrich Paulus, comandante della VI armata: il generale russo Timošenko tentò di frenare l’impeto dell’avanzata, ma la città venne investita dall’ondata nazista.
La resistenza, tuttavia, fu possibile grazie alla particolare posizione della città e all’eroico contributo dato da tutta la popolazione. I Russi riuscirono a mantenere la posizione sul Volga e a fare pressione con continui rinforzi e con massicci bombardamenti, sull’ala sinistra dello schieramento tedesco; Paulus nel mese di novembre ritenne opportuno ripiegare, ma Hitler ordinò di mantenere la posizione; il 23 novembre le armate sovietiche provenendo da nord e da sud, si incontrarono a Kalač e circondarono le forze avversarie.
Intanto i Tedeschi avevano occupato gran parte della città, ma si videro costretti a cercare di sbloccare la situazione: inutile risultò un massiccio attacco con otto divisioni (fra cui tre blindate) per sfondare l’accerchiamento.
Il 10 gennaio 1943 i Sovietici sferrarono l’offensiva decisiva per riprendere la città: il 2 febbraio, dopo un bombardamento operato per numerosi giorni con 4000 pezzi d’artiglieria, la resistenza tedesca fu demolita.
I Tedeschi persero nel combattimento 250.000 uomini, mentre altri 120.000 caddero prigionieri. L’Armata russa contò oltre 485.000 caduti e più di 650.000 feriti.