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La fidanzata del Presidente

01/04/2014
Autore: 
Vittorio Roidi
Editore: 
Centro di Documentazione Giornalistica (2013), pag.184, Euro 14,00
In questo saggio, Vittorio Roidi analizza e unisce i tre lati del triangolo composto da: attività politica, comportamento sessuale di chi siede sugli scranni dei Palazzi e relativi contenuti dei mass media.
Nella prima parte del libro, sono ricordate le “piccole vicende private” di alcuni uomini politici del Novecento (di solito, appena accennate nei resoconti dei mezzi d’informazione).
Nella seconda, l’Autore cerca di individuare le ragioni della trasformazione registrata nel giornalismo sull’argomento. Un’attenta analisi per capirne l’evoluzione. Perché i mass media sono la fotografia della società, ma ne sono anche il “prodotto” (oggetto di commercio); e anche lo strumento della professione giornalistica.
Nella prefazione, Roidi scrive che il fiume del giornalismo, attraverso i vecchi e i nuovi mezzi a disposizione, ha varcato l’argine della privacy individuale: “Conoscere o meno la fidanzata del Presidente sembra diventare utile, forse necessario. Ma esiste un limite, forse una condizione, perché una simile affermazione sia vera? Ecco il quesito che mi sono posto e sul quale – dopo aver fotografato l’accaduto e l’esistente – propongo una riflessione”.
In particolare, sottolinea ancora Roidi, quasi a conclusione del suo excursus, Internet ha reso illimitato il contributo degli individui alla circolazione delle notizie e delle opinioni; ma non cambia il rapporto fra il giornalista e il cittadino. Anzi. Vale ciò che ha detto Tim Berners-Lee, uno degli inventori del web, al summit di Davos, nel 2010: “Attenti a non mischiare le cose preziose create, grazie alle nuove tecnologie, con la tanta spazzatura che c’è in giro”. La Rete aumenta il numero delle informazioni disponibili, ma nessuno ne può garantire la qualità. A questo sono destinati i giornalisti. L’informazione professionale è sempre più importante, proprio perché il bosco delle notizie è sempre più folto. Perché, precisa Roidi, la democrazia si basa sulla conoscenza, di cui il giornalismo resta un raccordo decisivo: fa da ponte fra il cittadino e le istituzioni.
Vittorio Roidi in Rai dal 1968, è stato inviato speciale e poi redattore capo al Gr1 diretto da Sergio Zavoli. Nel 1980 è al “Messaggero”, alla guida della Cronaca di Roma, per diventare in seguito editorialista e capo redattore centrale. Dal 1992 al 1996 è stato Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. Dal 2001 al 2007, Segretario dell’Ordine nazionale dei giornalisti. Attualmente tiene un corso di Etica e deontologia professionale all’Università La Sapienza (Roma). Tra le sue opere più recenti: “Il diritto dell’informazione” (2003) e “Cattive notizie” (2012).