Autore:
Alberto Cavallari
Editore:
Aragno (2011), pag.258, Euro 15,00
È il terzo volume della collana “Classici del giornalismo”, diretta da Alberto Sinigaglia, dedicata ai protagonisti dell’informazione. Gli scritti qui raccolti (cronache, reportage, inchieste, interviste e commenti) costituiscono una biografia professionale di Cavallari, facendo emergere il suo bagaglio culturale, gli strumenti di lavoro, il metodo d’indagine, il ritmo di scrittura, la tensione morale. Qualità questa che ha fatto di lui – secondo Claudio Magris – “il più camusiano dei giornalisti e degli scrittori italiani”.
Marzio Breda, nella prefazione, ricorda che a imporre Cavallari a livello internazionale è stata l’inchiesta del 1965 sul Concilio Vaticano II, culminata con un’intervista a Paolo VI.
Il 26 gennaio 2012, il libro è stato presentato a Milano, presso la Fondazione “Corriere della Sera”. A rievocare la figura di Cavallari, che fu direttore del quotidiano fra il 1981 e il 1984, Ferruccio de Bortoli e Corrado Stajano, oltre a Magris e Breda.
“Fu l’uomo giusto per difendere il Corriere in uno dei tornanti più bui della sua storia - ha detto de Bortoli, attuale successore in via Solferino -. Per tre anni si chiuse qui in una sorta di trincea che sarebbe molto piaciuta al suo ex collega e amico, Dino Buzzati”. Per Stajano, la sua lezione professionale e morale “resta di altissimo signifcato e valore”.
Alberto Cavallari (1927-1998) è stato inviato speciale, corrispondente da Parigi e commentatore di diverse testate (“Epoca”, “La Stampa” e “la Repubblica”); ha svolto gran parte del suo percorso professionale al “Corriere della Sera”. Ha insegnato Metodologia dell’informazione all’Université Paris II.