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La precarietà distrugge la libertà d’informazione

17/03/2014
A Cosenza è stato ricordato Alessandro Bozzo, il giornalista di "Calabria Ora". A un anno dal suicidio Bozzo è diventato il fulcro attorno al quale costruire una riflessione e una proposta sulle condizioni della libertà di informazione in Calabria. L’iniziativa l’ha presa Libera Cosenza che ha chiamato amici e colleghi di Alessandro a discutere della qualità e della libertà della stampa, facendone una tappa di avvicinamento al 21 marzo, giorno dedicato alle vittime della mafia.
Sul palco don Tommaso Scicchitano, parroco di Donnici, Enzo Iacopino, presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Sante della Volpe, responsabile di Libera informazione, il sociologo Ercole Giap Parini e Sabrina Garofalo, del coordinamento di Libera Cosenza e il papà di Alessandro.
Sante Della Volpe dopo avere annunciato la nascita di una scuola di giornalismo intitolata ad Alessandro, ha letto un passaggio dell’atto giudiziario che la magistratura ha redatto come capo d’accusa contro l’editore del giornalista, quando Bozzo fu costretto a firmare un contratto capestro che non esitò a definire «una estorsione». E questo non è l’unico episodio. Molti colleghi tra il pubblico hanno raccontato di dimissioni volontarie, di articoli pagati pochi centesimi a rigo, di fortissime pressioni.
Il presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino ha sottolineato di aver reso nota via web la precarietà delle condizioni dei giornalisti calabresi. “Il 6 ottobre, quando prenderà il via il processo che vede imputato l’ex editore del giornale per il quale scriveva Alessandro, - ha affermato Iacopino - l’Ordine dei giornalisti si costituirà parte civile”, così come farà anche Libera.
Tornando alla libertà di informazione in Calabria è opportuno ricordare quanto è accaduto la scorsa settimana al giornalista Paolo Orofino, collaboratore del “Quotidiano della Calabria”, aggredito a Paola, in provincia di Cosenza.
Orofino è stato schiaffeggiato per aver provato a fotografare l'avvocato Nicola Gaetano, al centro dell'inchiesta sulle consulenze d'oro all'Asl cosentina, vicenda per cui l’ex sottosegretario Gentile si è dovuto dimettere dal governo.