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La revisione dell’Albo

05/07/2011
I pubblicisti dovranno dimostrare di avere una collaborazione retribuita, mentre ai professionisti si chiede di documentare l’esclusività professionale. Partite le prime lettere.
Sono state spedite in questi giorni le prime lettere per la revisione dell’Albo dell’Ordine dei giornalisti delle Marche. Il provvedimento riguarda sia i pubblicisti che i professionisti. Si tratta di un obbligo fissato dall’articolo 41 della legge istitutiva e dall’articolo 30 del regolamento di esecuzione.
I pubblicisti, in particolare, dovranno dimostrare di svolgere attività giornalistica retribuita. Dovranno quindi presentare la dichiarazione del direttore responsabile della pubblicazione che dimostri “l’attività pubblicistica retribuita”; l’elenco degli articoli pubblicati; copia degli articoli firmati (Dvd o cassette audiovideo in caso di collaborazione con Radio o Tv); documentazione che dimostri che l’attività giornalistica è stata retribuita.
Obbligo dell’Ordine è quello di cancellare chi non collabora da almeno due anni (tre anni di inattività per chi è iscritto da più di dieci anni). Non sono sottoposti a revisione i pubblicisti che hanno oltre 15 anni di iscrizione all’Ordine.
Nei confronti dei professionisti, invece, l’Ordine è tenuto a verificare che esista la condizione di esclusività professionale, cioè che il collega professionista svolga esclusivamente attività giornalistica. Sono ovviamente esclusi i colleghi disoccupati o in Cassa integrazione che vivono un momento di difficoltà e sperano di rientrare nella professione attiva.
Chi per esigenze personali, o per scelta, ha deciso di dedicarsi a un’altra attività, conserva la qualifica di giornalista, ma sarà passato nell’Albo dei pubblicisti. E’ ovvio che, se in futuro dovessero cambiare le condizioni (cioè il ritorno all’attività professionale in forma esclusiva), sarà sufficiente una semplice richiesta (accompagnata dalla documentazione sulla nuova situazione occupazionale) per essere nuovamente iscritti all’Albo dei professionisti.
Al professionista sottoposto a revisione sarà chiesto di documentare una attività giornalistica in esclusiva o di comunicare se sta svolgendo altra attività, oltre quella giornalistica.
La revisione, purtroppo, è una scocciatura per i colleghi e un ulteriore carico di lavoro e di burocrazia per la Segreteria dell’Ordine, ma è un dovere espressamente previsto dalla legge ed è anche indice di serietà e di rispetto nei confronti di tutti coloro che esercitano realmente.