Cari colleghi, circolano - non solo sul web - troppe informazioni non corrette sullo schema di DPR approvato dal governo e sull'atteggiamento dell'Odg in relazione alla attesa riforma dell'Ordine. Con questa nota fornisco gli elementi necessari per una valutazione dei fatti e non delle interpretazioni.
Provo a spiegarmi per punti.
Primo: il DPR non può contenere la riforma dell'Ordine (correttamente bisognerebbe scrivere degli Ordini). È un provvedimento emanato in base ad una delega precisa che non consentiva di fare questa attesa, almeno da noi, operazione.
Secondo: non è vero che il Cnog ha aspettato senza far nulla e ora stabilisce una data del 9 luglio per mettere a punto la riforma.
Al Senato della Repubblica giace una proposta, già approvata dalla Camera (presentata il 22 aprile 2009). Si tratta di una mini riforma, frutto di una iniziativa dell’Ordine dei giornalisti che aveva nell’iter parlamentare (conclusosi il 2 agosto 2011) subito significativi stravolgimenti, conseguenza anche di blitz legati a miopi calcoli di utilità politica per alcuni.
Il Cnog ha fornito da mesi al ministro le linee guida per una riforma, ripristinando sostanzialmente la proposta stravolta alla Camera. Da mesi (il 19 gennaio 2012). Nell'incontro con il ministro, il 18 giugno, è emersa la possibilità di mettere a punto un maxi emendamento che, richiamando quella mini riforma già approvata dalla Camera, ci consenta in tempi brevi di centrare l'obiettivo tanto atteso. Scherzando ma non troppo ho chiesto al ministro se pensava di poter far porre su questo una questione di fiducia, consentendo così un risultato certo in tempi brevissimi.
Terzo: non nasce “l'Odg dei pubblicisti”. Il Comitato incaricato di mettere a punto il maxi emendamento, che ho chiesto fosse condiviso alla unanimità, è composto da sei colleghi, tre professionisti e tre pubblicisti, ed è coordinato dal vice presidente dell'Odg. Del comitato fanno parte i presidenti delle commissioni consiliari, in quanto tali e non in base all'elenco al quale appartengono. Non li ho nominati io in quell'incarico che ricoprono, li hanno eletti a scrutinio segreto i membri - professionisti e pubblicisti – delle stesse commissioni. Avrebbero potuto essere tutti e quattro professionisti, non lo sono per scelta dei colleghi, non fatta da me in base a non so quale disegno che può immaginare soltanto chi ha familiarità con comportamenti non trasparenti, rivelando le qualità anche morali di chi li ipotizza.
Si può fare polemica in tanti modi: insultando chi non la pensa come noi (accade anche con commenti singolari sulle decisioni del Consiglio, commenti rilasciati anche prima degli adempimenti di legge); fingendo di ignorare qual è la verità (nascondendosi per il gusto di fare i primi della classe quali sono i confini di un DPR, imposti da una legge delega); trascurando il fatto che il Cnog è formato da 77 professionisti e 73 pubblicisti, vive una sostanziale parità (ma le norme elettorali diventano un fastidioso foruncolo quando non corrispondono ai calcoli dei democratici a corrente alternata); perpetuando un conflitto stupido e inconcludente tra professionisti e pubblicisti, senza rendersi conto che dividendoci si fa solo il gioco dei nemici dell'Ordine.
Enzo Iacopino