L’artista di Cingoli ha realizzato una scultura per la mostra di Jesi sulla libertà di stampa: diventerà il simbolo dei giornalisti marchigiani contro ogni forma di condizionamento.
Doveva essere una provocazione, è diventata una testimonianza. Per la terza tappa della mostra itinerante “Omaggio dell’arte alla libertà di espressione” il pittore e scultore Nazareno Rocchetti aveva preparato una sorpresa che non ha svelato, fino all’ultimo momento, neppure agli organizzatori. Per l’inaugurazione della mostra a Jesi, nel Centro direzionale di Banca Marche, ha realizzato una scultura che non entrerà nel circuito e quindi nel catalogo della rassegna, ma che voleva essere appunto una provocazione legata anche al momento particolare che vive il nostro paese.
La scultura raffigura la mano di un bimbo protesa verso la verità e la vita e le mani di un adulto bloccate invece dalle catene. Un messaggio forte a simboleggiare non tanto i limiti alla libertà di espressione, ma un riferimento esplicito alle mezze verità, alle interpretazioni di parte, al giornalismo militante che, pur nel pluralismo dei media e delle fonti, limita e condiziona il diritto del cittadino a essere correttamente e compiutamente informato. Riprende, insomma, il concetto di Ben Bradlee, ex direttore del Washington Post, il quale affermava che “tacere una verità fa male alla comunità quanto diffondere una menzogna”.
La provocazione di Rocchetti ha colto nel segno ed è proprio nel solco dell’iniziativa proposta dall’Ordine dei giornalisti delle Marche assieme a Banca Marche e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, cioè quella di riflettere su un tema centrale per ogni società realmente democratica e di invitare la gente a pensare.
Nazareno Rocchetti ha estremizzato la sua provocazione e ha deciso di donare l’opera all’Ordine dei giornalisti delle Marche che la esporrà in maniera permanente nella propria sede, assieme alla collezione realizzata grazie al contributo di tanti artisti. Diventerà quindi un simbolo per tutti i giornalisti marchigiani che quotidianamente lottano per l’autonomia delle Redazioni e si battono contro ogni forma di condizionamento.
Nazareno Rocchetti ha già realizzato una grande mano per il parco delle pietre vive di Cingoli. Fra le sue sculture più recenti ricordiamo “La cicala e la formica” che si trova a Pieve Torina, nello spazio della fantasia dedicato a Gianni Rodari; “Il Cristo e il lupo” nella frazione di Cantalupo di Filottrano, a ricordo del miracolo di San Francesco che, andando da Staffolo a Osimo, incontrò un lupo e lo ammansì proprio come fece a Gubbio; “Il Cristo delle Marche, una spettacolare ed emozionante scultura che è stata piazzata sul balcone su cui s’affaccia Domus San Bonfiglio in località Internone di Avenale.