Il presidente della Camera
Laura Boldrini a vent’anni dalla morte della giornalista
Ilaria Alpi e di
Miran Hrovatin ha chiesto trasparenza sui documenti ancora segreti dopo anni di indagini che hanno portato a una sola condanna e a una Commissione d'inchiesta che non è riuscita a scoprire la verità.
“Quello che certamente farò – ha detto Laura Boldrini - è chiedere al governo e ai Servizi di sicurezza, se ancora permangono esigenze di segretezza sugli atti”.
L'intervento è in risposta alla petizione lanciata via web in cui si chiede alla Presidenza della Camera di rendere pubblici gli ottomila documenti raccolti dalla Commissione di inchiesta sulla morte della Alpi e di Miran Hrovatin. Solo pochi atti (soprattutto audizioni di magistrati) saranno declassificati autonomamente dalla Camera, se il segreto istruttorio non lo impedirà. Ma è sugli atti dei servizi segreti che vengono riposte le maggiori speranze di arrivare alla verità sugli assassini e soprattutto sui mandanti.
Laura Boldrini, che aveva avviato una verifica dopo le richieste di trasparenza arrivate da Greenpeace e dai Verdi sulle “navi dei veleni”, ha reso noto di aver scritto al Presidente del Consiglio, al Procuratore nazionale antimafia e ad altri soggetti, chiedendo di valutare se sui documenti “permangono le esigenze di segretezza”. “Noi vorremmo desecretare questi documenti: sono atti che restano segreti dopo molti anni, anche se non se ne capisce l'utilità. I cittadini hanno diritto di sapere”, ha concluso Laura Boldrini.