"Start-up innovative: istruzioni per l’uso” è stato il tema dell'incontro informativo svoltosi nella sede del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.
All’evento, dedicato a chi ha una nuova idea imprenditoriale e organizzato dal giornale online Donna in Affari.it,, hanno partecipato in qualità di relatori Daniela Molina, Direttore responsabile di Donna in Affari nonché membro del Cnog, Stefano Firpo, Capo della Segreteria tecnica del Ministro dello Sviluppo economico nonché artefice, con Alessandro Fusacchia, Capo di Gabinetto del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, del testo del Decreto istitutivo di questa nuova tipologia di società, Agnese Fedeli e Serena Selvarolo, rispettivamente Vicedirettore e responsabile del marketing di Donna in Affari.
In una sala decisamente gremita, i relatori hanno illustrato nel dettaglio il nuovo mondo delle Start-up innovative, nato a seguito del D.L. 179/2012 (aggiornato con il D.L. 76/2013): dall’esatta definizione di Start-up ai requisiti necessari per poterne avviare una, dalla normativa in vigore ai vantaggi fiscali, dagli specifici incentivi ai finanziamenti ad hoc fino a tutte le possibilità attualmente a disposizione di avere un supporto logistico, relazionale ed economico.
Il primo nodo sciolto è stato proprio quello creato dalla confusione tra fase di start-up inteso come avvio di una qualsiasi attività e Start-up intesa come società di capitali con determinate caratteristiche e per la quale è stata creata tutta una normativa ad hoc che facilità l’apertura di aziende ad alto contenuto tecnologico basate su idee innovative. Il secondo nodo sciolto è stato quello dell’errata idea di considerare come tecnologia esclusivamente ciò che è connesso ai dispositivi che utilizzano la Rete (internet o mobile): per tecnologia si intende studio della tecnica ovvero del modo di fare le cose; di conseguenza può essere considerata Start-up un’impresa che operi in qualsiasi campo (servizi, commercio in senso stretto, distribuzione, industria, artigianato, ecc.) purché abbia le seguenti caratteristiche, che elenchiamo in modo estremamente sintetico: sia stata aperta da meno di 4 anni, sia costituita sotto forma di società di capitali (e ci sono deroghe alla normativa societaria molto forti, per cui – ad esempio - anche una cooperativa può essere trattata alla stregua di una SpA), abbia una sede in Italia, non distribuisca utili per i primi quattro anni di vita, abbia un fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro e – caratteristica che le conferisce il carattere di innovazione – investa in ricerca e sviluppo oppure abbia dipendenti con un alto livello di istruzione (dottorato o laurea magistrale) oppure abbia brevettato un’invenzione.
Oltre ai primi passi da effettuare dal punto di vista burocratico, sono stati evidenziati anche quelli da fare successivamente per far sì che la propria Start-up abbia una buona accelerazione e sfrutti nel migliore dei modi le regole del marketing aziendale. Il successo di questo particolare tipo di società di capitali, infatti, è dato da un insieme di fattori, ma sempre partendo da quello iniziale, principale: l’idea innovativa.