Il Segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Paolo Pirovano, in relazione al testo della proposta approvato dalla Camera, ha dichiarato:
La Camera ha approvato le norme a sostegno dell'Editoria. Chiariamo subito la questione: il sostegno, voluto e ottenuto dal governo, è solo pro editori. L'esigenza era, invece, di aiutare con regole chiare società editoriali che generano occupazione e di tutelare in questo modo i lavoratori per rilanciare l'intero settore. Ma purtroppo non è stato così.
La proposta di legge di riforma dell’editoria da parte della Camera dei deputati mette, invece, a rischio la libertà di stampa e, quindi, il diritto dei cittadini ad essere informati.
Il voto della Camera apre scenari preoccupanti a danno di milioni di lettori e telespettatori, nonché di migliaia di colleghi. L'Aula di Montecitorio ha, infatti, deciso di dare contributi pubblici anche agli editori che non dimostrano di pagare regolarmente non solo i giornalisti, ma tutti i loro dipendenti. Chi non viene retribuito diventa l'anello debole della catena: a rimetterci è la qualità dell'informazione.
L'altro aspetto negativo di questa proposta di legge è la composizione del Consiglio Nazionale dell'Ordine, che nella legge di riforma dell'Editoria è entrata per il rotto della cuffia.
Nella proposta di autoriforma della legge istitutiva dell'Ordine, il Cnog aveva deciso un taglio netto dei suoi componenti a condizione che il ridimensionamento fosse razionale e funzionale alle competenze e rispettasse sia la rappresentanza geografica, sia quella degli iscritti agli elenchi. Quella proposta di dimezzamento sostanziale dell'attuale numero di consiglieri era stata approvata dal Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti a maggioranza il 9 luglio 2014.
Toccherà ora al Senato apportare le necessarie e ragionevoli modifiche a una proposta di legge che, oltre ad essere iniqua, presenta qualche profilo di illegittimità costituzionale.