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Lettera aperta al presidente dell'Odg Iacopino, “ERACLITO CORBI E LA CARTA DI FIRENZE”

08/01/2013
Sul sito dell’Associazione della stampa romana è apparsa una lettera del segretario dell’Asr, Paolo Butturini, pubblicata anche su alcuni social network. Ne è seguito un ampio dibattito. Qui di seguito riportiamo la lettera di Butturini e la risposta del presidente del Cnog.

 
Caro Presidente Iacopino,
Ho ascoltato con attenzione e commozione il tuo discorso alla conferenza stampa di fine anno del Presidente Monti. Vi ho ritrovato il senso delle battaglie per la Carta di Firenze e per l'Equo Compenso, questioni come sai ancora aperte.
Subito dopo, però, mi è venuto in mente Eraclito Corbi. Molti si chiederanno: chi è costui? Questo signore, non riesco proprio a chiamarlo collega, è il direttore/editore nientemeno che di un quotidiano, il “Corriere Laziale”, ed è consigliere nazionale dell'Ordine in quota pubblicisti.
Eraclito Corbi, alla fine del 2012, è stato sospeso per 12 mesi dall'Ordine regionale del Lazio: accusato di aver sfruttato per anni i collaboratori della sua testata non pagandoli e promettendo loro, in cambio di un lavoro spesso quotidiano, soltanto il tesserino da pubblicista, cioè qualcosa che era loro dovuto e non da lui. Insomma, violazione ripetuta della clausola di solidarietà (articolo 2 della legge istitutiva dell'Ordine) e soprattutto, da quando è in vigore, della Carta di Firenze.
Ma non basta, questo signore si è opposto e si oppone al riconoscimento della rappresentanza sindacale dei giornalisti nel quotidiano. Cosa per la quale l'Asr l'ha segnalato alla magistratura per comportamento antisindacale (per la cronaca siamo in attesa del secondo grado di giudizio).
Qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una piccola testata alle prese con problemi finanziari, niente di più sbagliato: il Corriere Laziale beneficia di un contributo pubblico che dal 2006 al 2010 ha portato nelle casse della cooperativa Edilazio 92 la “modica” cifra di oltre 9 milioni di euro.
Com'era sua diritto Corbi ha chiesto la sospensione del provvedimento del Consiglio Regionale del Lazio facendo appello al Consiglio Nazionale. Il guaio è che, a maggioranza, il Consiglio Nazionale ha concesso la sospensiva.
Ora mi chiedo: come possono essere credibili le istituzioni della categoria se di fronte alla palese violazione di norme a tutela dei colleghi più deboli (a carico di Corbi ci sono più di una decina di testimonianze di sue vittime) assolvono il colpevole? Si è trattato di un riflesso corporativo o di un abbaglio gigantesco?
Chi pensi si farà avanti per denunciare i soprusi appellandosi alla carta di Firenze se poi non è certo di vedere condannato il protagonista di quelle ingiustizie, sentendosi così tradito e per di più esposto alle ritorsioni? E per favore non tiriamo in ballo il garantismo: questo signore era stato sospeso non radiato, come forse avrebbe meritato.
Non pensi, caro presidente che questo finisca per minare gli sforzi che stiamo facendo, tutti insieme, per rendere più credibili e vicini ai colleghi gli Enti che li dovrebbero rappresentare?
E allora ti chiedo un atto pubblico di riparazione verso chi ha subito le angherie di cui si è reso protagonista Corbi. E ti chiedo di dichiarare fin da ora che ti batterai, insieme a noi tutti, per fare in modo che questi falsi pubblicisti non trovino posto nel prossimo Consiglio Nazionale dell'Ordine e, qualora disgraziatamente dovesse accadere, tu, come tutti quelli che si candideranno alla presidenza, rifiuterete i voti di questi signori che occupano indegnamente il posto proprio di quei senza voce, sfruttati e mal pagati con e per i quali ci stiamo battendo.
Paolo Butturini
segretario dell’Associazione Stampa Romana

La risposta di Iacopino
So, caro Paolo, che ho la coscienza a posto. So che non sono il padrone del Consiglio nazionale dell'Ordine che ha votato a scrutinio segreto sulla sospensiva (non sull'annullamento della sospensione: quindi NESSUNO LO HA ASSOLTO, COME ERRONEAMENTE SCRIVI). So che sono intervenuto due volte, l'ultima pochi giorni fa, per far chiarire proprio a Corbi che il Cnog non "gli ha restituito l'onore" (come scriveva), perché non ha fatto alcuna valutazione sul merito della vicenda. So che l'Osservatorio che deve vigilare sulla Carta di Firenze è fermo perché nonostante il lodevole impegno dell'ex presidente della Fnsi, Roberto Natale, non abbiamo ancora avuto i nomi dei rappresentanti del sindacato. So, perseguitato dalla mia buona memoria, quanti ironizzavano sulla Carta di Firenze (alcuni al punto da organizzare una contemporanea manifestazione parallela). So che il Cnog ha approvato il testo così come era stato messo a punto dai protagonisti, precari e free lance. So che vedo in giro tante rivendicazioni di paternità dell'equo compenso e sorrido davanti a quelle di chi contestava all'Odg (e a me) il diritto di proporlo nel maggio del 2010. Ovviamente, senza assumere iniziative positive. So che ha ragione Paolo Repetto: è una "storia orribile". I colleghi saranno capaci, con il loro voto, di decidere chi merita fiducia e chi no. Lasciami almeno questa speranza. IO SO DA CHE PARTE STO, senza se e senza ma. E non da ora, alla vigilia della campagna elettorale per l'Ordine.

La replica di Butturini
Caro Enzo, nessuno ti ha mosso accuse, se mai domande. Ho correttamente scritto che la "sentenza" dell'Ordine Regionale del Lazio, presa in base alla Carta di Firenze, è stata sospesa dal Cnog, non ho parlato di ASSOLUZIONE se non nella domanda successiva che parlava del futuro. Ti ho chiesto un impegno comune (visto che il mio e della romana sulla Carta di Firenze e sull'Equo Compenso è stato ben visibile) perché anche nell’Ordine si faccia piazza pulita dei troppi che si nascondono dietro poltrone e poltroncine e finiscono per condizionare le decisioni di un Ente senza far parte veramente della categoria. Mi aspetto da te una parola chiara su Corbi, se non puoi farlo come Presidente (ma non vedo perché no) fallo come collega. Grazie.

Il chiarimento del presidente del Cnog
NON CONDIVIDO, ANZI CONDANNO, IL COMPORTAMENTO DI CHIUNQUE, COMUNQUE SI CHIAMI, SFRUTTI I COLLEGHI, NON PAGANDOLI O RETRIBUENDOLI CON MANCETTE. IN QUALUNQUE GIORNALE. Pensa che illuso, Paolo, credevo che la mia storia personale rendesse superfluo io lo ripetessi per la millesima volta. Ti riporto il passaggio di quanto hai scritto: "Ora mi chiedo: come possono essere credibili le istituzioni della categoria se di fronte alla palese violazione di norme a tutela dei colleghi più deboli (a carico di Corbi ci sono più di una decina di testimonianze di sue vittime) assolvono il colpevole? Si è trattato di un riflesso corporativo o di un abbaglio gigantesco?" Non ti riferisci al futuro, visto che chiedi se si "è trattato di un riflesso corporativo o di un abbaglio gigantesco". Ma, equivoco a parte, resta "una storia orribile" (anche per la parte che conosco, ma mi pare tu ne sappia molto di più).

La conclusione di Butturini
Bene Enzo, allora possiamo anche dire che ci batteremo e non accetteremo appoggi da figuri come questi e proveremo a sbarrare la strada anche ai "falsi" pubblicisti che popolano il Cnog, in nome di quelli veri che sono proprio quelli per cui abbiamo pensato alla Carta di Firenze e all'Equo Compenso. Un abbraccio