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Libertà di stampa, l'Italia retrocede ancora: il livello di violenza contro i giornalisti è allarmante

20/04/2016
L’Italia perde quattro posizioni nella classifica di Reporters sans Frontieres sulla libertà di stampa nel 2016, scendendo dal 73esimo posto del 2015 al 77simo (su un totale di 180 Paesi). “Il livello di violenza contro i giornalisti è allarmante”: scrive RsF nel suo rapporto annuale esaminando il capitolo riguardante l’Italia. Citando fonti della stampa italiana secondo cui “fra 30 e 50 giornalisti sono sotto protezione per minacce“, Rsf afferma che “i giornalisti che indagano sulla corruzione e il crimine organizzato sono quelli più presi di mira”. “In Vaticano – continua – è la giustizia che se la prende con la stampa, nel contesto degli scandali Vatileaks e Vatileaks 2. Due giornalisti rischiano otto anni di carcere per la pubblicazione di libri che rivelano i malaffari della Santa Sede”.
La classifica di Reporters sans Frontieres fa emergere “un clima di paura generalizzata e di tensioni che si aggiunge a una pressione degli Stati e degli interessi privati sempre più forte sulle redazioni”, si legge nell’introduzione. La classifica, su 180 paesi, vede l’Europa come continente in cui la stampa è più libera, seguita – ed è una novità – dall’Africa, che supera le Americhe. Ciò a causa delle violenze in Sud America contro la stampa. Seguono Asia, Europa dell’Est e Asia centrale. Per l’esercizio del giornalismo la regione peggiore resta il Nord Africa/Medio Oriente.
Scende di 7 posti, al 45/o, la Francia dopo la strage nella redazione di Charlie Hebdo e lo stato d’emergenza. Tre paesi europei sono sul podio, Finlandia, Olanda e Norvegia. Migliorano Tunisia (+30, al 96/o posto) e Ucraina (107/a, +22), crolla la Polonia (47/a, -29). “Numerosi dirigenti mondiali – scrive il segretario generale Cristophe Deloire– sviluppano una forma di paranoia contro il legittimo esercizio del giornalismo. Il clima di paura comporta un odio crescente del dibattito e del pluralismo”.