L'obiettivo è
Una legge regionale, la prima in Italia, che si oppone al
precariato giornalistico. La stanno pensando alcune regioni, sullo spunto della
Carta di Firenze, il documento deontologico approvato dal Consiglio nazionale dell'ordine dei giornalisti a tutela della dignità professionale di una categoria stretta in una crisi senza precedenti.
Tra i primi a muoversi, la Regione Veneto. È stata presentata nella sede del consiglio regionale veneto dai tre firmatari una mozione che impegna la giunta alla nascita della legge, l'assessore Elena Donazzan (Pdl), e i consiglieri Graziano Azzalin (Pd) e Gustavo Franchetto Idv (Idv). I tre hanno incontrato il presidente dell'Ordine nazionale dei Giornalisti Enzo Iacopino, quello della Fnsi Roberto Natale, Nicola Chiarini, il presidente di 'Re:Fusi', gruppo veneto giornalisti precari. Alla presentazione dell'iniziativa sono intervenuti anche il presidente regionale dell'Ordine dei giornalisti, Gianluca Amadori, e il segretario del sindacato veneto dei giornalisti, Daniele Carlon, oltre al referente del gruppo di lavoro Odg nazionale, Fabrizio Morviducci e il coordinatore della commissione lavoro autonomo FNSI, Maurizio Bekar. All'incontro hanno preso parte anche i consiglieri nazionali dell'ordine dei giornalisti del Veneto, Alberto Vitucci e Maurizio Paglialunga.
La futura legge, secondo Azzalin, sarà depositata entro due mesi, farà leva sulla collaborazione col Corecom - era presente Gianni Gallo, vice presidente veneto - per stilare un elenco di editori virtuosi che saranno privilegiati nell'erogazione, ad esempio, dei fondi che la Regione stanzia per la propri comunicazione istituzionale.
"Questa iniziativa - ha detto Natale - è la punta più avanzata in Italia. Ancora una volta dal Veneto, con il gruppo di Re:Fusi, parte un'avanguardia".
Iacopino ha ricordato come questa sia "la battaglia principale dell'Ordine nazionale" e Chiarini ha aggiunto: "un elemento di novità è il riconoscimento, per la prima volta, di un coordinamento di giornalisti precari come interlocutore ufficiale".
Da parte sua, Azzalin, a nome dei tre firmatari ha assicurato "massimo impegno e convergenza per tradurre in legge i principi di questo documento bipartisan". Durante l'incontro è stato ricordato come due terzi dei 2400 giornalisti attivi in Veneto siano precari, collaboratori atipici o freelance, e che il 65% di loro non raggiunge i 5 mila euro di una retribuzione annua lorda. Sostegno diretto all'iniziativa legislativa è arrivato anche da Dario Bond, capogruppo del Pdl, che si è dichiarato pronto a sottoscriverla.
Ma anche altre regioni si stanno muovendo: in Toscana a dicembre una mozione analoga è stata approvata dal consiglio regionale che sta vagliando anche un percorso normativo proprio a tutela del pluralismo informativo.