Newsletter

Tieniti aggiornato sulle nostre ultime novità!

Link

inpgi
casagit
fondo giornalisti
fieg
Garante per la protezione dei dati personali
murialdi
agcom
precariato

Nuova sede Ordine dei Giornalisti, gli auguri della Federazione Nazionale della Stampa Italiana

06/02/2009
L’inaugurazione della una nuova casa, funzionale e rappresentativa, del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti è qualcosa di più della semplice disponibilità di un bene materiale. Può e deve rappresentare un’espressione di dignità della professione giornalistica chiamata a rispondere, con competenza e lealtà, al diritto di conoscenza e di informazione libera e plurale dei cittadini.
In un tempo in cui più d’uno si affanna a mortificare i giornalisti, anche immaginando limiti e bavagli al diritto di cronaca, c’è bisogno di riguardo per la deontologia (richiamata nella cerimonia con il ricordo di Saro Ocera), di rinnovate capacità di autonomia e autoregolamentazione, di un giornalismo competente, qualificato ma anche rispettato.
Una nuova regolamentazione delle intercettazioni disposte dall’Autorità giudiziaria non può diventare un occasione per cancellare il diritto di cronaca sulle inchieste. Riservatezza delle indagini, tutela della privacy, diritto dei cittadini all’informazione sono già regolati ampiamente. Se c’è da correggere qualche strumento si può fare se c’è una volontà condivisa e il rispetto delle autonomie delle funzioni, come quella giornalistica, di garanzia democratica. Non c’è bisogno di alcuna norma punitiva.
L’esigenza di una riforma della legge dell’Ordine, sottolineata stamani dal Presidente Lorenzo Del Boca e assunta come rilevante dal Presidente del Senato Schifani, evidenziano che gli aggiornamenti di leggi e norme in materia di autonomie essenziali per la vita democratica non fanno mai venire meno le ragioni di fondo di una funzione e di un ordinamento.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana fa perciò gli auguri per la nuova sede al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, con l’auspicio che il Parlamento voglia apprezzare l’autonomia della professione e cogliere le disponibilità di partecipazione a un processo autenticamente riformatore.