L’Ordine dei giornalisti delle Marche ha chiesto ufficialmente al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Presidenti di Camera e Senato di togliere il segreto di Stato sulla vicenda di Italo Toni e Graziella De Palo, due giornalisti scomparsi in Libano il 3 settembre 1980 e dei quali non si è più avuta notizia.
Italo Toni era marchigiano (originario di Sassoferrato), Graziella De Palo di Roma. Le famiglie, con due iniziative nelle città di nascita dei due giornalisti, stanno cercando di aprire uno squarcio di verità su quella drammatica vicenda.
Italo Toni e Graziella De Palo si trovavano a Beirut da una decina di giorni per documentare le condizioni di vita dei profughi palestinesi e la situazione politico-militare di quella tormentata aerea del mondo. Il 2 settembre 1980 sono usciti dall’albergo per andare, con una jeep del Fronte democratico popolare per la liberazione della Palestina, al Castello di Beaufort, una delle linee di fuoco. Italo Toni era un professionista di lunga esperienza, profondo conoscitore dei problemi del Medio Oriente e redattore dei “Diari”, una catena di giornali regionali che l’editore Parretti stava lanciando in quegli anni in Italia.
Graziella De Palo era una giovane e coraggiosa collaboratrice di Paese Sera e de “L’Astrolabio”, la testata fondata a diretta da Ferruccio Parri, dalle cui colonne ha denunciato e documentato i traffici internazionali di armi che avvenivano nonostante l’embargo dell’Onu. Una missione rischiosa della quale avevano avvertito l’Ambasciata italiana. Italo Toni e Graziella De Palo non sono più tornati da quel viaggio e da quel momento non si saprà più nulla di loro. E’ una delle storie più efferate e misteriose dell’Italia degli ultimi decenni.
A distanza di quasi trent’anni l’Ordine dei giornalisti delle Marche ritiene che sia giusto cercare di fare un po’ di verità su questa terribile vicenda togliendo il segreto di Stato, consentendo così alla famiglia e ai cittadini di conoscere cosa sia avvenuto esattamente quel giorno e le ragioni per cui due giornalisti hanno pagato con la vita il desiderio di raccontare la verità ai propri lettori.
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, nella seduta del 18 febbraio scorso ha approvato all’unanimità un documento che è stato mandato al Presidente della Repubblica, on. Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Silvio Berlusconi, al Presidente del Senato della Repubblica, sen. Renato Schifani, al Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, al Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, dott. Lorenzo Del Boca, al Segretario Generale della Federazione nazionale della stampa, dott. Franco Siddi e al Presidente Unione nazionale cronisti italiani, dott. Guido Columba.
Documento Ordine giornalisti Marche
(Approvato all’unanimità nella seduta di mercoledì 18 febbraio 2009)
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche, riunitosi ad Ancona, nella sede di via Leopardi 2, mercoledì 18 febbraio 2009, presenti la totalità dei propri componenti, ha votato all’unanimità il seguente documento:
“L’Ordine dei Giornalisti delle Marche ha dato la propria adesione alla manifestazione che si è svolta il 31 gennaio scorso a Sassoferrato (nella sala consiliare del Comune) per iniziativa dalla famiglia di Italo Toni, giornalista scomparso in Libano il 3 settembre 1980, assieme alla collega Graziella De Palo. L’iniziativa (sostenuta dal Comune di Sassoferrato, dal Consiglio regionale delle Marche, dall’Ordine nazionale e regionale dei giornalisti, dalla Federazione nazionale della stampa e dall’Unione cronisti) voleva ricordare due cronisti sicuramente vittime delle forti contrapposizioni politiche che il mondo mediorientale viveva anche in quegli anni.
“A distanza di oltre ventotto anni da quella tragica giornata nulla è trapelato e tutto rimane immobile anche, e soprattutto, perché il Governo italiano da oltre un quarto di secolo ha deciso di mantenere il segreto di Stato su tutta la vicenda.
“L’Ordine dei Giornalisti della Marche, facendosi interprete anche del desiderio delle famiglie dei due colleghi, chiede alle massime Autorità dello Stato che, dopo tanto tempo, sia tolto il segreto di Stato sulla vicenda e siano finalmente resi noti i fatti che hanno portato alla scomparsa di Italo Toni e Graziella De Palo, colleghi che hanno pagato con la vita il desiderio di svolgere fino in fondo il loro lavoro”.