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I rapporti tra la magistratura e la stampa in Italia e in particolare in Sardegna sono stati discussi in un incontro al Palazzo di giustizia tra il nuovo Procuratore generale, Ettore Angioni, e una delegazione dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna formata dal presidente Filippo Peretti, il vice presidente Giovanni Marras e il consigliere Priamo Tolu.
Per il caso delle intercettazioni, l’Ordine ha riaffermato il diritto alla pubblicazione di quelle legali solo per le parti di interesse pubblico, nel pieno rispetto, quindi, delle norme deontologiche sulla privacy. E ha dichiarato che la recente norma sul divieto, con le relative multe per giornalisti ed editori, di pubblicare le intercettazioni illegali evidenzia, trattandosi di una sottolineatura non necessaria, un clima di crescente chiusura nei confronti del mondo dell’informazione.
E’ stata poi discussa, in particolare, l’attuazione delle disposizioni di legge che disciplinano i rapporti tra le Procure e i giornalisti. I rappresentanti dell’Ordine, denunciando che in alcune realtà isolane la norma viene applicata in termini assolutamente restrittivi provocando difficoltà aggiuntive agli operatori dell’informazione, hanno chiesto al Procuratore generale un intervento di sensibilizzazione presso i Procuratori della Repubblica perché la norma venga vista in uno spirito di apertura. Il dottor Angioni ha spiegato che la legge intende garantire un corretto e lineare rapporto degli uffici giudiziari e la stampa senza, però, chiusure dei canali informativi. “Nei limiti delle esigenze di indagine – ha spiegato – le notizie vanno date perché l’informazione ha un ruolo essenziale in una democrazia”. Il Procuratore generale ha quindi invitato i giornalisti a evitare i “facili sensazionalismi” e ha considerare (“mentre scrivono gli articoli”) che le persone sottoposte a indagine “potrebbero poi essere essere dichiarate estranee ai fatti contestati”.
Una specifica sensibilità il dottor Angioni, anche per la recente e specifica esperienza professionale, ha mostrato nei confronti dell’informazione sui minori, dichiarando l’esigenza di un rigoroso rispetto delle norme deontologiche che i giornalisti si sono dati e che egli ha detto di apprezzare.