Papa Francesco in Vaticano ha ricevuto il Consiglio nazionale dell'Ordine dei Giornalisti. Dopo i ringraziamenti e il saluto del presidente del Cnog Enzo Iacopino il Pontefice ha preso la parola mettendo in rilievo la "grande responsabilità" e il ruolo "di grande importanza" del giornalista che in qualche misura ha il compito di scrivere "la prima bozza della storia ".
"Ci sono poche professioni che hanno tanta influenza sulla società come quella del giornalismo. Il giornalista interpreta un ruolo determinante, costruendo l'agenda delle notizie e introducendo le persone all'interpretazione degli eventi".
"I tempi cambiano e cambia anche il modo di fare il giornalista", sostiene il Papa che aggiunge: "Sia la carta stampata sia la televisione perdono rilevanza rispetto ai nuovi media del mondo digitale, specialmente tra i giovani, ma i giornalisti quando hanno professionalità rimangono una colonna portante, un elemento fondamentale per la vitalità di una società libera e pluralista. Anche la Santa Sede, a fronte del cambiamento del mondo dei media, ha vissuto e sta vivendo un processo di rinnovamento del sistema comunicativo, da cui voi pure dovreste ricevere beneficio; e la Segreteria per la Comunicazione sarà il naturale punto di riferimento per il vostro prezioso lavoro".
Il Papa ha posto l'accento su un aspetto fondamentale della professione, il rispetto della dignità delle persone e della verità. "Vivere con professionalità vuol dire innanzitutto - al di là di ciò che possiamo trovare scritto nei codici deontologici - comprendere, interiorizzare il senso profondo del proprio lavoro. Da qui deriva la necessità di non sottomettere la propria professione alle logiche degli interessi di parte, siano essi economici o politici".
All'udienza privata, tenutasi nella Sala Clementina, hanno partecipato anche la mamma di Ilaria Alpi, la giornalista assassinata in Somalia con l'operatore tv Miran Hrovatin, il fratello di Giancarlo Siani ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985, Claudio Fava, giornalista e deputato, figlio di Pippo Fava vittima della mafia e diversi giornalisti che vivono sotto scorta oltre ai direttori delle più importanti testate nazionali.
Il presidente Enzo Iacopino, nel saluto, ha evocato la forte denuncia di Papa Francesco contro il lavoro precario con il racconto di una giovane che lavorava 11 ore al giorno in aeroporto per 600 euro al mese e che quando provò a chiedere un aumento si sentì rispondere che se non le stava bene se ne poteva andare perché fuori c'era la fila.
"Padre Santo - ha detto Iacopino - qui in questa sala ci sono molti colleghi che considerano un miraggio quei 600 euro. Lavorano duramente ogni giorno per pochi spiccioli che, a volte, risultano solo promessi e non corrisposti. È una nuova forma di schiavitù. La si può negare, ma emerge con la violenza del dolore di chi non ce la fa più. Loro e noi tutti - ha aggiunto Iacopino - troviamo conforto in parole che ha detto in altre occasioni, queste per esempio: 'se viene qualche benefattore con un'offerta frutto del sangue di gente sfruttata con il lavoro mal pagato dirò brucia il tuo assegno, la Chiesa non ha bisogno di soldi sporchi'. L'offerta riconoscente che le facciamo, insieme con il dono del quadro di Antonio Molino, per gli interventi che vorrà disporre nelle zone terremotate può accettarla, glielo garantisco. È il contributo anche di molti tra gli ultimi che sanno sempre avere un cuore grande".