Sono dodici le persone uccise nell’attacco contro la redazione parigina di Charlie Hebdo, settimanale satirico francese. Tre uomini armati e incappucciati hanno rivolto i loro Kalashnikov contro giornalisti e vignettisti gridando «Vendicheremo il profeta». Due delle vittime sono poliziotti. Otto i feriti.
Dopo la strage gli assalitori sono riusciti a fuggire, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto.
Tra le vittime ci sono il direttore e vignettista Charb (Stephane Charbonnier) e tre noti vignettisti Cabu, Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia, e il suo collega Tignous.
Gli attentatori durante l’attacco hanno gridato “Allah u Akbar”, Dio è grande: lo testimoniano le immagini girate dal giornalista Martin Boudot, trasmesse da France Televisions.
Il settimanale, già in passato nel mirino dei fondamentalisti islamici per vignette su Maometto, aveva pubblicato stamattina in copertina una caricatura dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo “Sottomissione”, che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico. Circa un’ora prima dell’attacco, sul profilo Twitter del giornale è apparsa una vignetta caricaturale del leader dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi con gli auguri per il nuovo anno.
L’Ordine nazionale dei Giornalisti è vicino ai colleghi francesi e alle famiglie delle vittime, uccise con l’intento di spegnere le loro voci di libertà. Nessuno si illuda che quanto è avvenuto oggi a Parigi possa influenzare o condizionare l’autonomia professionale dei giornalisti, la libertà di critica e di opinione.