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Perquisizione al Giornale contro le sentenze della Corte di Strasburgo

01/02/2011
Una perquisizione è stata effettuata nell'abitazione romana della giornalista de Il Giornale, Anna Maria Greco e presso la redazione romana del quotidiano. A disporle, secondo quanto informa il quotidiano, ''E’ stato il pubblico ministero Silvia Sereni e a quanto risulta il provvedimento è stato disposto per la presunta violazione dell'articolo 323 del codice penale, quello relativo all'abuso d'ufficio''. I carabinieri - riferisce la direzione de il Giornale - hanno sequestrato il computer di Anna Maria Greco e persino quello del figlio della cronista. (ANSA).
 
Anna Maria Greco e', tra l'altro, l'autrice dell'articolo pubblicato da 'Il Giornale' il 27 gennaio scorso 'la doppia morale della Boccassini' in cui si ricordava come nel 1982 il magistrato venne sorpresa in "atteggiamenti amorosi" con un giornalista di Lotta Continua. ''Davanti al Csm - riferiva l'articolo - si difese come paladina della privacy. E fu assolta''. La stessa giornalista il 30 gennaio ha scritto un altro articolo in cui si dava conto dei risarcimenti ai cittadini vittime di ingiusta detenzione o di errori giudiziari negli ultimi 10 anni e si sottolineava come nello stesso periodo le sanzioni per le toghe sono state solo una decina: ''Il Csm - scriveva la giornalista - fa da scudo alla Casta''.(ANSA).
 

 
Indagato il consigliere del Csm Matteo Brigandì
E' indagato dalla procura di Roma, per abuso d'ufficio, il consigliere laico del Csm, Matteo Brigandi', in relazione all'inchiesta per la quale e' stata eseguita oggi una perquisizione nell'abitazione della cronista de Il Giornale, Anna Maria Greco. In base a quanto si apprende a piazzale Clodio l'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pierfilipo Laviani, e' partita da una segnalazione ufficiale fatta dal Consiglio superiore della magistratura. Brigandi', secondo l'accusa, avrebbe passato documenti interni al Csm alla giornalista che ha poi redatto un articolo sul procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini. (ANSA)
 
 
Apposti i sigilli all’ufficio del consigliere Brigandì al Csm
Su mandato della procura di Roma, i Carabinieri hanno apposto i sigilli all'ufficio al Csm del consigliere Matteo Brigandì. A quanto si e' appreso il provvedimento e' stato eseguito nella notte e rientra nell'inchiesta a carico di Brigandì per abuso d'ufficio. Il consigliere e' accusato di aver passato al Giornale atti custoditi al Csm e relativi a un procedimento disciplinare di quasi 30 anni a carico del pm di Milano Ilda Boccassini. (ANSA).
 
La smentita del consigliere del Csm Matteo Brigandì
Il consigliere Matteo Brigandi' ha già smentito di aver dato a Il Giornale gli atti del procedimento disciplinare sul pm di Milano. ''Ovviamente non sono stato io - aveva detto la scorsa settimana dopo notizie di stampa che lo accusavano di aver chiesto lui il fascicolo al Csm - e se qualcuno sostiene questa cosa ne risponderà nelle sedi legali possibili''. ''Ho chiesto al Csm una serie di documenti, compreso quel fascicolo, che ho letto per un quarto d'ora e poi ho restituito'', aveva precisato Brigandi', che aveva anche annunciato di aver scritto una lettera al vice presidente Michele Vietti per chiedergli di ''far luce'' sulla vicenda. (ANSA).
 
*****
 
Sono intervenuti:
 
Alessandro Sallusti – direttore Il Giornale
''La perquisizione nell'abitazione privata della collega Anna Maria Greco, autrice dell'articolo che conteneva sentenze pubbliche del Csm, non solo e' un atto intimidatorio - dice il direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti - ma una vera e propria aggressione alla persona e alla libertà di stampa''. ''Stupisce che soltanto le notizie non gradite ai magistrati - dice ancora - inneschino una simile repressione quando i magistrati stessi diffondono a giornalisti amici e complici atti giudiziari coperti da segreto al solo scopo di infangare politici non graditi''. (ANSA)
  
Il Cdr de Il Giornale
Il Cdr di 'Il Giornale' stigmatizza la ''pervicace e violenta aggressione della magistratura
dispiegatasi, questa volta, attraverso le perquisizioni presso l'abitazione della nostra collega Anna Maria Greco e presso la redazione romana del Giornale''.
''E' un'intimidazione - precisa il Comitato di redazione – sia verso le libertà individuali indisponibili della nostra collega sia verso la libertà di stampa, anch'essa diritto costituzionalmente garantito. Si tratta di un attacco all'indipendenza di questo quotidiano che il Cdr non intende più tollerare''. (ANSA)
  
Enzo Iacopino – Presidente Ordine nazionale dei giornalisti
“C’è un magistrato che ricorda di aver acquisito, ordinando una perquisizione nella sede di un giornale o a casa di un giornalista, qualcosa di diverso da una citazione sulla stampa? La domanda è retorica: la risposta, infatti, è negativa. Ecco perché quando vengono assunte iniziative come quella nei confronti del Giornale e della collega Anna Maria Greco la sensazione che se ne ricava è sgradevole. Ci sono troppi tentativi di intimidire la stampa. E’ ardito sperare che la magistratura se ne tenga fuori?”: è il commento del presidente del Cnog, Enzo Iacopino il quale ricorda che la Corte europea ha condannato il Belgio perché vennero perquisiti l’ufficio e l’abitazione del collega Hans-Martin Tillack con lo scopo “di svelare la provenienza delle fonti". La Corte sentenziò che "il diritto dei giornalisti di tacere le proprie fonti non deve essere considerato come un semplice privilegio che può loro essere tolto in funzione della liceità o non liceità delle fonti".
 
Franco Siddi – Segretario Generale Fnsi
''Oggettivamente, non se ne può più. Nello scontro politica-magistratura non possono essere chiamati a pagare i giornalisti se danno notizie, ancorché‚ su di esse e sulla loro valenza in termini di interesse pubblico, ciascuno possa avere opinioni diverse''. Così il segretario generale della Fnsi Franco Siddi, che aggiunge: ''la perquisizione di oggi a carico della collega de 'Il Giornale' Anna Maria Greco appare, allo stato, assolutamente incomprensibile, oltreché, nei fatti, pesantemente invasiva. Le notizie 'riservate', non escono mai con le proprie gambe''. Ma, argomenta Siddi ''se si volesse prendere a prestito una espressione del moderno linguaggio politico-giudiziario, si potrebbe dire che si va a cercare presunte colpe, neanche meglio precisate, nell'utilizzatore finale. Cosi non si può andare avanti''. E, conclude il segretario della Fnsi, ''ai giornalisti e' chiesto, tanto più in questa fase di scontro politico e istituzionale dai toni esasperati, di alzare l'asticella della responsabilità, per non fare la fine dei vasi di coccio. Ma occorre misura e rispetto, da parte di tutti''. (ANSA)
 
Bruno Tucci – Presidente Ordine regionale del Lazio
''La perquisizione nella sede di un giornale lascia sempre l'amaro in bocca perché sa di censura, di limitazione al diritto di cronaca''. Cosi' Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei giornalisti di Roma commenta la perquisizione a il Giornale.  ''Un'altra perquisizione nella sede di un quotidiano. Non è la prima, né, purtroppo, sarà l'ultima. Stavolta ne ha fatto le spese il Giornale, 'reo' di aver pubblicato una notizia che aveva un suo fondamento di verità. Dov'è il peccato? – chiede Tucci - Dove la scorrettezza? Quale tipo di reato hanno commesso i colleghi?''. ''Qui non è in gioco né la destra, né la sinistra. Né la maggioranza o l'opposizione - conclude - E' in gioco la libertà di stampa che in un paese civile e democratico non può mai essere messa in dubbio''. (ANSA)