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Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti esprime la propria solidarietà e vicinanza al collega Carlo Mion e alla redazione della Nuova Venezia in riferimento alle indagini disposte dalla procura della Repubblica di Venezia. La perquisizione, prima presso l’abitazione del giornalista e poi nella sua postazione e nella memoria del suo pc in redazione, arriva dopo tre mesi dalla pubblicazione di un articolo riguardante le indagini sul caso “Una bomber”.
“Si tratta di un’azione inaccettabile – ha commentato il presidente dell’Ordine nazionale Lorenzo del Boca – che ancora una volta colpisce chi svolge con puntualità il proprio mestiere che è quello di informare i lettori ricercando la verità e riportando fatti rilevanti di cronaca. Il gesto costituisce un deplorevole tentativo, da parte della magistratura, di intimidire ed imbavagliare il giornalismo italiano ed impedire ai cronisti di adempiere al loro dovere”.
Soltanto pochi giorni fa il presidente Del Boca aveva sollecitato con urgenza “un provvedimento che faccia chiarezza su quali sono i limiti non già dei giornalisti, ma dei magistrati” sottolineando che lo stesso vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Nicola Mancino “ha chiarito che un giornalista ha il dovere di pubblicare le notizie delle quali entra in possesso”.