VIOLENZA SESSUALE: CC ACCUSATO; PERQUISITI TIRRENO E NAZIONE. IPOTESI VIOLAZIONE SEGRETO ISTRUTTORIO, SENTITI GIORNALISTI PRATO
I carabinieri di Prato hanno perquisito questa mattina le redazioni cittadine dei quotidiani Il Tirreno, dove è stato sequestrato il pc del giornalista Paolo Nencioni, e La Nazione, dove è stata controllata la scrivania della collega Elena Duranti. Perquisite, su mandato della procura pratese, anche le abitazioni dei due cronisti. L''intervento dei carabinieri si fonda sull'ipotesi di reato di violazione del segreto istruttorio in merito alla notizia, riportata nei giorni scorsi dai due quotidiani, di un'indagine a carico di due carabinieri, uno dei quali è accusato di tentata violenza sessuale su un ragazzo di 17 anni.
Il militare, secondo il racconto del giovane, lo avrebbe invitato nella sua casa in provincia di Pistoia per vedere un film porno, dopo un controllo nel corso del quale i carabinieri trovarono al ragazzo e ad un amico che era in sua compagnia una modica quantità di hashish. Del controllo non esisterebbe verbale: da qui l'indagine a carico anche dell'altro componente della pattuglia.
I giornalisti Paolo Nencioni ed Elena Duranti sono stati ascoltati dai carabinieri. Gli inquirenti si limitano a dire che le due posizioni sono al vaglio dell'autorità giudiziaria che sta cercando, con le indagini affidate al sostituto procuratore Giuseppe Ledda, di risalire alla fonte della 'fuga di notizie'. (ANSA).
***
"E' sorprendente che dopo giorni di indagini, su una vicenda delicata, l'unica notizia che la Procura rende di fatto pubblica è la perquisizione delle scrivanie e delle abitazioni dei colleghi Elena Durante della Nazione e Paolo Nencioni del Tirreno. Non c'era forse il dovere morale di informare i cittadini di Prato che un carabiniere era sospettato di aver tentato di usare violenza sessuale ad un ragazzo di 17 anni che aveva fermato perché trovato in possesso di una modica quantità di hashish? Non era forse un dovere morale far sapere ai cittadini di Prato che sull'episodio del fermo non c'era alcun rapporto, omesso anche dall'altro carabiniere di pattuglia? Non era forse un dovere morale far sapere che in città c'era questa strana coppia che, disonorando una divisa, pensava di poter commettere impunemente reati? La Procura con la sua iniziativa conferma che il fatto denunciato con consapevole coraggio dai due giornalisti è vero. Ma, almeno per ora, punta a colpire i due colleghi ai quali va la totale solidarietà dell' Ordine nazionale dei giornalisti. L'interesse preminente, dopo giorni, era e resta il diritto dei cittadini di avere informazioni adeguate su un fatto così allarmante. La Procura farebbe meglio a fornire ogni informazione".