Stefano Vergine per la sezione carta stampata e Alessio Lasta per la sezione radio tv sono i vincitori del premio <Dentro la Notizia>, istituito dall’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e dalla famiglia Modena in memoria dell’avvocato e giornalista Marzio Modena. Vergine ha vinto per «Il gas che avvelena il Kazakistan», servizio pubblicato da Il Fatto Quotidiano; Lasta per il servizio <Operai in svendita> trasmesso nel programma <L'ultima parola> di Rai 2. Assegnate anche due menzioni speciali, vista la qualità dei servizi, a Massimiliano Del Barba per l'articolo «Noi, gli evasivi» e a Silvia Giacometti per il servizio «Saluggia, il paese delle scorie>>.
La cerimonia di consegna del premio si è svolta venerdì pomeriggio nella sala Lippi dell'Unicredit gremita di rappresentanti delle principali testate umbre, del mondo forense e di quello politico. Presenti la moglie dell'avvocato Modena, Lucia, insieme alle figlie, Laura e Fiammetta.
«Il concorso, dedicato ai giovani che stanno facendo i primi passi in questo lavoro, è stato un successo ed è significativo che il premio sia andato a due giovani che, abbiamo appreso ora, sono anche precari della professione>, ha detto il presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Umbria, Dante Ciliani. Il premio fino allo scorso anno era riservato agli studenti del liceo classico Annibale Mariotti, la scuola dove studiò Marzio Modena, e da quest’anno è diventato nazionale. I partecipanti sono stati 30 giovani giornalisti di tutta Italia che hanno presentato in totale 43 lavori. Lavori che sono stati esaminati da una giuria, presieduta da Ciliani, di cui hanno fatto parte i giornalisti Marco Brunacci, Elio Clero Bertoldi, Giuseppe Castellini, Roberto Conticelli, Alvaro Fiorucci, Anna Mossuto, Gianfranco Ricci e Claudio Sebastiani.
La figura dell'avvocato Modena è stata tratteggiata dall'onorevole Pietro Cerullo che lo ha definito «avvocato, politico, raccontatore». «Un uomo di valore - ha aggiunto -, intelligente e rigoroso ma insieme estroso e di grande umanità. Marzio Modena è stato un giornalista dentro la notizia, attento alla città che amava». Secondo Cerullo «aveva la forza narrativa di uno scrittore in pectore. Era un uomo generoso dietro a un'aria burbera. Un grande irregolare, un pirata che sfidava vento e correnti per raggiungere vette ideali».
Nel corso del successivo dibattito sul tema «Tra precariato e nuove opportunità: il presente e il futuro del giornalismo e dell'informazione», il presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino, ha ricordato la realtà dei collaboratori che «guadagnano 2-3 euro lordi a pezzo». «Dobbiamo darci delle regole - ha affermato - e una parte significativa del nostro mondo ha cominciato a interrogarsi sui doveri invece di rivendicare i diritti». Secondo Iacopino il «tentativo di spazzare via gli ordini professionali» è destinato a «far mancare le tutele dei cittadini». Tra i relatori anche Paolo Poggio, giornalista dell'associazione studenti della Scuola di Ponte Felcino, che ha sottolineato come «un giornalista precario è debole e ricattabile». «Il cronista ha il dovere di filtrare i fatti - ha affermato ancora - attraverso le sue competenze apprese attraverso un percorso universitario e post universitario».
Al dibattito ha partecipato anche Gennaro Carotenuto, docente di storia del giornalismo e dei nuovi media all'Università di Macerata il quale ha sottolineato il problema della credibilità dei giornalisti, <l’unica condizione per assicurare un futuro alla professione>.