Sono giorni che circola su vari siti una affermazione, attribuita (e non smentita) al
segretario di Magistratura indipendente, Maurizio Laudi, il quale per difendere i suoi colleghi, accusati di solidale indulgenza in tema di sanzioni disciplinari, avrebbe attaccato altre categorie professionali.
A parte ogni giudizio sulla stantia strategia di sollevare polveroni per coprire le cose che non vanno in casa propria, ci sono verità che fanno giustizia dei … “numeri”.
Il dottor Laudi avrebbe dichiarato – e una importante trasmissione, Matrix, fidandosi, ha propagandato la notizia - «che dire allora dei giornalisti? Il 40 per cento dei ricorsi davanti al consiglio nazionale dell’Ordine si conclude con la prescrizione. Se poi si calcola che su 240 mila avvocati il consiglio nazionale forense nel 2008 ha emesso in secondo grado 196 sentenze, allora le 121 esitate dal Csm equivalgono ad una produttività maggiore».
Enzo Iacopino, segretario dell’Ordine, commenta: “L’idea di polemizzare con altri per rispondere a tutte le fondate preoccupazioni che i cittadini hanno sul comportamento di non pochi magistrati è strategia miope. Coinvolgere in questo momento i giornalisti è, per di più, scarsamente responsabile. Comodo fare dichiarazioni a difesa della libertà di stampa, intesa come garanzia del diritto dei cittadini ad avere le informazioni, e rilasciare contestualmente dichiarazioni che decreterebbero – se rispondenti a verità – l’inaffidabilità dell’Ordine dei giornalisti, costretto peraltro nell’affrontare i procedimenti disciplinari a rispettare norme delle quali da anni chiede la modifica. Ma quelle affermazioni sono semplicemente false. Sì, false. I ricorsi andati in prescrizione dal 2000 al 2008 sono stati 3 su 842. Come dire, lo 0,35 per cento. Un briciolo di buon gusto imporrebbe delle scuse formali. L’Ordine dei giornalisti ritiene di averne diritto”.