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Privacy e giornalismo. Libertà di informazione e dignità della persona”: la terza edizione del volume curata, come le precedenti, da
Mauro Paissan, è stata presentata questa mattina nella sala convegni del Garante della privacy.
Sono intervenuti il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino, il presidente della Fieg Giulio Anselmi, il presidente della Fnsi Roberto Natale e il presidente dell’Autorità Garante per la Privacy Francesco Pizzetti.
''Rispetto agli anni '70 – ha affermato Mauro Paissan – è aumentata la sensibilità dei giornalisti così come il rispetto per le persone. Oggi però abbiamo varcato la soglia della delicata frontiera di internet, oltre la quale i dati e le informazioni non hanno più confini di spazio e di tempo. Una specie di gogna eterna che impone alla stampa una maggiore responsabilità”.
Anselmi ha richiamato i giornalisti al ''rispetto di alcuni criteri base'' attraverso la costante ricerca di un equilibrio tra il diritto di informare e la privacy delle persone. “Una informazione civile – ha concluso Anselmi – rappresenta un bene comune”.
''Sono molto critico sul modo di fare informazione”: ha esordito Enzo Iacopino aggiungendo che la regola del giornalismo delle cinque W è, oggi, sostituta, in nome dell’audience, dalle cinque S: sport, spettacolo, sesso, soldi, sangue. “Una informazione urlata – ha affermato - non serve al diritto dei cittadini di assicurarsi una informazione pacata e responsabile, usando le parole di Giorgio Napolitano. Certamente il rispetto delle persone dovrebbe essere il primo principio che un buon giornalista deve fare suo”.
“Purtroppo – ha aggiunto Iacopino – la precarizzazione rischia di abbattere i livelli di deontologia, perché è facilmente soggetta a ricatto. Non è sempre colpa del cronista pagato due euro a pezzo se si fa cattivo giornalismo”.
"L’Ordine – ha concluso - incontra molte difficoltà, anche perché si basa su una legge del 1963, quando non esistevano computer e internet”.
Secondo Roberto Natale, ''la sensibilità dei giornalisti è aumentata ma non ancora a livelli di sufficienza''. È aumentata grazie alla sensibilità dei cittadini che hanno richiesto un adeguato bilancio tra diritti e doveri. No, infine, alla liberalizzazione dell’Ordine dei giornalisti: “non esiste un Ordine più libero del nostro”.
FIEG-FNSI-ODG, SCONTRO SU DEONTOLOGIA E PRECARI NATALE, LUSSO PER GARANTITI; ANSELMI, RESPONSABILITA' DEL SINGOLO
(di Michele Cassano)
Il tema era il rapporto tra libertà di informazione e tutela della dignità delle persone, ma e' stato soprattutto il lavoro dei giornalisti precari ad animare il dibattito organizzato in occasione della pubblicazione del volume 'Privacy e giornalismo' dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, curato da Mauro Paissan.
“La deontologia finisce con l'essere un lusso per i garantiti e il precariato rischia di abbattere i livelli della responsabilità deontologica - ha attaccato il presidente della Fnsi Roberto Natale - Non capisco poi in che senso il giornalismo abbia bisogno di liberalizzazioni. Il governo Monti deve risolvere i problemi concreti, non quelli immaginari. Serve la legge per l'equo compenso”. “Le responsabilità maggiori - ha sostenuto il presidente dell'Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino - sono a carico di chi ha i gradi sulle spalline, che regola l'informazione a spese di chi guadagna due euro a pezzo e viene chiamato a cercare gli aspetti più pruriginosi di una notizia. Ricevo valanghe di mail di precari che raccontano di capi che dicono: 'se non trovi una notizia, un particolare in più, il pezzo non te lo pubblico”.
“E' frequente nelle redazioni sentir dire 'io non sono pagato per pensare' - ha replicato il presidente della Fieg e dell'ANSA, Giulio Anselmi -. Le responsabilità dei direttori sono oggettive e assolute, ma cavarsela dicendo che e' responsabile solo chi ha il grado, oppure giustificare un comportamento con il fatto che si e' pagati poco e' facile e ipocrita. E' una delle posizioni che il sindacato ha sostenuto non facendo il bene della categoria. E' vero che ci sono problemi di equità, ci sono nella nostra società nel suo complesso e nell'informazione. Io, però, non ho mai visto graduati (anche se ho lavorato sempre in realtà importanti) imporre cose immorali. Benedetto, poi, il capocronista che chiede notizie, perché questo mondo e' pieno di giornalisti che pensano che un articolo sia come un temino”.
“C'era una collega dell'ANSA - ha insistito Iacopino - che 'zompettava' accanto a Prodi e veniva pagata 5 euro a lancio e se Prodi non parlava ci rimetteva pure le spese di benzina.
Molte volte chi è ad alto livello questo non lo sa, perché c'e' una schiera di sottoufficiali compiacenti. Sono certo che se lo sapesse, domani la collega non sarebbe pagata più così poco''. ''Io ho sempre saputo quanto guadagnano i colleghi nelle aziende in cui ho lavorato - ha risposto Anselmi - So anche quanto vengono pagati in realtà dove, a differenza dell'ANSA, non c'e' neanche un futuro. Poi, bisogna fare i conti con le compatibilità economiche e con aspetti più generali, come quello dei giovani mandati nelle scuole di giornalismo senza avere concrete possibilità di inserimento”.
“Esistono troppe forme di autentico caporalato - ha replicato Natale - Al di là delle polemiche, facciamo un patto Fieg-Fnsi per tagliare fuori questi pirati''.
Più in generale sul tema della privacy e' intervenuto il presidente dell'Autorità Garante, Francesco Pizzetti. ''Il Garante - ha spiegato - e' chiamato a far rispettare il codice dei giornalisti. Di qui anche la delicatezza del nostro ruolo, perché i nostri poteri sono interdittivi e possono apparire vicini alla censura. Dobbiamo decidere ogni volta se tutelare l'interesse generale all'informazione o quello particolare al rispetto della privacy''. Anselmi ha invece affermato che ''la ricerca di un punto di equilibrio e' difficile ed e' rimessa in buona parte alla responsabilità del singolo. Fare un giornalismo civile e' un bene perchè convince la società a difendere l'informazione quando ci sono attentati alla libertà”. (ANSA).