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Quando la cronaca… fa spettacolo

10/10/2013
La cronaca (la “nera” in particolare) sarà il tema della terza serata del Festival del giornalismo d’inchiesta in corso a Osimo. L’appuntamento è per venerdì (11 ottobre), alle 21.15, nel Teatrino di Palazzo Campana. Il titolo proposto è stimolante: “Quando la cronaca… fa spettacolo”. Si parlerà cioè dei programmi televisivi che trattano i grandi fatti di cronaca e fanno sempre record di ascolti. Gli ultimi, atroci delitti (Sarah Scazzi, Melania Rea, ecc.) hanno alimentato ore e ore di trasmissione. Protagonisti della serata saranno Salvo Sottile e Fiore Di Rienzo che, da poche settimane, hanno lanciato una nuova trasmissione di prima serata su “La7” (Linea gialla) che sta ottenendo ottimi indici di ascolto.
Salvo Sottile è nato professionalmente come cronista: come corrispondente da Palermo ha seguito per il Tg5 i grandi processi di mafia e le stragi in cui morirono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Passato a Sky è stato il volto del primo telegiornale all news italiano. Il direttore Emilio Carelli gli ha affidato la gestione del contenitore mattutino (dalle 6 alle 10) per il quale ha realizzato “Doppio espresso” e il settimanale di approfondimento “La scatola nera”. Nel 2005 è tornato a Mediaset, diventando capocronista. Poi il debutto nella conduzione in prima serata con “Quarto grado”, su Retequattro e “Quinta colonna” su Canale 5. Da alcune settimane ha lanciato il nuovo programma su “La7” (Linea Gialla) realizzato con Felice di Rienzo, che ha lasciato la Rai per questa nuova avventura professionale. Fiore Di Rienzo è stato uno dei inviati di punta del programma “Chi ‘ha visto?” con il quale ha collaborato fin dalla sua prima puntata, nel 1989, con la conduzione di Donatella Raffai e Paolo Guzzanti. In tutti questi anni Di Rienzo è stato uno dei protagonisti del fortunato programma di Raitre ed è uno dei maggiori esperti del settore.
Il Festival osimano è cominciato con una “anteprima” nella Sala gialla del Palazzo comunale. Laura Tangherlini, conduttrice e inviata di Rai News 24, ha parlato del dramma che sta vivendo il popolo siriano. In un libro (Siria in fuga, ed Poiesis) ha raccontato le condizioni di vita dei profughi siriani.
“La Siria - ha detto Laura Tangherlini - mi è rimasta nel cuore: studio arabo ed ogni estate vado in un paese a perfezionare la lingua. Mi sono accorta, però, che l’informazione, qui in Italia, era estremamente carente. Ho quindi cercato di capire, intervistando chi sta vivendo questo dramma in prima persona” .
Un dramma che nemmeno in numeri riescono davvero a descrivere. “Non ci sono solo i profughi siriani: ci sono i siriani palestinesi, i siriani di ritorno (quelli cioè che lavoravano in altro paese), i lavoratori nomadi. Non si sa come ospitare i rifugiati; le scuole e le strutture di accoglienza non bastano più. Poi ci sono tutti i problemi di integrazione, l’aspetto sanitario e quello scolastico. Ci sono tanti bambini che non vanno a Scuola da più di tre anni”.
Per l’apertura ufficiale del Festival è stato scelto un tema attualissimo: il femminicidio. Roberta Bruzzone, criminologa e psicologa forense, insieme a Annamaria Barbato esperta di politiche di genere, Rosaria Esposito, presidente dell’Associazione Maddalea (difesa e tutela delle donne maltrattate) ed Emanuela Valente, per più di tre ore hanno spiegato le mille difficoltà che bisogna superare per aiutare una donna vittima di violenza.
Emanuela Valente ha realizzato un sito che è anche un archivio: “Sistemando immagini, rassegne stampa ed altro - ha detto – mi sono accorta che l’informazione fornisce ogni dettaglio dell’uomo omicida (nome, cognome, età, professione, abitudini, interessi, ecc.) ma trascura fortemente la donna-vittima. Anzi, spesso racconta i fatti con errori grossolani, frutto di luoghi comuni e di cliché che la nostra società non riesce a superare. Ad esempio, una semplice foto della vittima, in costume o in reggiseno, postata su face book, è stata sufficiente per scrivere che la donna “aveva una vita borderline”. Non c’è foto che giustifichi un omicidio. La conclusione? Mentre la donna finisce sul giornale nuda, morta ammazzata in mezzo a un campo, l’uomo, il killer, ha diritto alla privacy. Tutto questo dà la dimensione del problema”.
Roberta Bruzzone, una dei maggiori esperti non solo in Italia, ha affrontato il problema con estremo realismo e profonda competenza: “Siamo di fronte a una guerra. Una guerra di genere. Che non ha territorio, nazione. Basti pensare che lo stalking è l’unico reato soggettivo, dove se non dimostri un peggioramento della tua vita, non vieni nemmeno presa sul serio.”
Ha poi parlato dell’irrevocabilità della denuncia querela: “Già è difficile riuscire a convincere una donna vittima di violenza a denunciare il suo aggressore – ha detto Roberta Bruzzone – ora praticamente le si toglie ogni possibilità di farlo. E poi: i braccialetti elettronici. Sono stati acquistati 400 braccialetti, costati 80milioni di euro. Ne sono stati utilizzati 12 con scarsissimi risultati. Con tutti quei soldi sapete quante strutture protette saremmo riusciti a creare sul territorio? Basterebbe copiare quello che hanno fatto in altri paesi; istituiamo il giudice della famiglia. E poi, se abbiamo un sospetto di violenza, se vediamo che qualcuno ha atteggiamenti aggressivi, rabbiosi: denunciamolo. O aiutiamo la vittima a farlo”.
Tanta gente a questi due primi appuntamenti, tante domande e tante curiosità. Il Festival ora prosegue con altre tre serate di altissimo livello: venerdì si parlerà di cronaca con Salvo Sottile e Fiore Di Rienzo; sabato omaggio a un grande Maestro, Enzo Biagi (con le figlie Carla e Bice e Loris Mazzetti ) e infine domenica serata conclusiva dedicata al “Dovere della verità” con Marco Tarquinio (Direttore di Avvenire), Antonio Preziosi (Direttore del Giornale Radio Rai) e Filippo Nanni (Caporedattore centrale di Rai New 24).