Da oggi chi vuol sapere chi sono i giornalisti minacciati in Italia, come si chiamano, per chi lavorano, dove vivono, può apprenderlo facilmente leggendo la
seconda parte del Rapporto Ossigeno 2010, pubblicato sulla rivista “
Problemi dell’Informazione” (Il Mulino) e sui siti
www.fnsi.it e old.odg.it insieme al Meta Rapporto 2010 reso noto lo scorso settembre.
Questa “parte seconda” completa il quadro tracciato dal nostro osservatorio per il triste biennio 2009-2010, che ha visto acutizzarsi il fenomeno di cui ci occupiamo. La cartina dell’Italia inserita all’inizio mostra, a colpo d’occhio, che ormai le minacce ai giornalisti sono diffuse pressoché in tutte le regioni, e hanno due casistiche: si realizzano con mezzi violenti o attraverso abusi legali. Le tabelle nominative mostrano in sintesi ciascuno dei 78 casi che abbiamo approfondito.
Una sezione di questa “parte seconda“ è dedicata a Giancarlo Siani, il cronista del “Mattino” ucciso a Napoli il 23 settembre 1984 (nella foto). Nel ricordo di questo valoroso giornalista, varie voci offrono spunti e riflessioni interessanti. Ad esempio, il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, cita una frase di Roberto Saviano (in Campania «o sei da questa o sei da quella parte della barricata») e commenta: “Non può che essere così ovunque, o da una parte o dall’altra, senza zone grigie, senza cercare coni d’ombra. Chi non fa questa scelta – aggiunge Iacopino - forse non lo sa, ma è fuori dall’Ordine dei Giornalisti, non merita di essere iscritto all’Odg”. Roberto Saviano ci offre altri spunti nell’acuto intervento, analitico e rievocativo, scritto per il 25/mo anniversario dell’assassinio di Giancarlo Siani, per ricordarlo e per dire che Giancarlo «non va ricordato perché è stato ucciso ma perché ucciso per essere stato troppo vivo».
Interroga la coscienza anche il presidente della FNSI, Roberto Natale che denuncia le leggi bavaglio ed ammonisce i giornalisti: “Non possiamo prendercela – dice - solo con i ‘cattivi’ che vogliono fare leggi che non ci piacciono, contro le quali comunque combattiamo con determinazione incrollabile. Non possiamo denunciare in modo credibile ed efficace la censura, che pure c’è, se non guardiamo ai pesanti rischi di auto censura nei quali incorriamo noi”. Leggete le testimonianze competenti di Rosaria Capacchione e di Arnaldo Capezzuto, il drammatico appello di Nello Rega. Ma fra tutti gli interventi il più stimolante è senz’altro quello di Lirio Abbate che - con il candore del cronista senza peli sulla lingua - ci dice una cosa che deve fare riflettere: quando si parla di me e si dice che sono stato minacciato, dice Lirio, vorrei che non si parlasse di come vivo sotto scorta, ma che si dicesse ‘perché’ sono stato minacciato; vorrei che si dicesse cosa ho scritto prima di essere minacciato. Lirio ha ragione. Speriamo che questo desiderio sia esaudito. Per lui e per tutte le persone di cui parliamo in questo Rapporto.
Alberto Spampinato
Direttore di Ossigeno per l’informazione, osservatorio della FNSI e dell’Ordine dei Giornalisti
sui cronisti minacciati e sulel notizie oscurate con la violenza in Italia
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