Il Presidente della Camera,
Gianfranco Fini, “auspica” che la proposta di legge sulla riforma dell’Ordine dei giornalisti venga approvata in sede legislativa dalla competente commissione della Camera dei Deputati.
Fini, in occasione della cerimonia del ventaglio, ha dichiarato: “Poiché il problema di una democrazia governante è anche il problema di tempestività nella discussione e nella approvazione delle leggi è di tutta evidenza che un maggior ricorso alla sede legislativa è auspicabile ma è altrettanto evidente che ad oggi il ricorso alla sede legislativa deve vedere consenzienti un certo numero di gruppi parlamentari. Lei chiede al Presidente della Camera se è possibile che la proposta che riforma la legge sull’Ordine dei giornalisti sia assegnata in sede legislativa alla Camera. Il mio personale parere è che è auspicabile. Ma tutti sanno che non è sufficiente che parlamentari di più gruppi firmino una proposta di legge perché poi i gruppi acconsentano alla sede legislativa per abbreviare i tempi di esame, di discussione ed eventualmente di approvazione”.
Il presidente della Camera rispondeva ad un quesito del presidente della Associazione della stampa parlamentare, Pierluca Terzulli, il quale , facendosi “volentieri interprete” di una richiesta della categoria, aveva detto a Fini che “alla Camera è stata presentata una proposta di legge con la firma di tutti i gruppi parlamentari – e sappiamo che non succede spesso Presidente – per riformare la legge sull’Ordine dei giornalisti che ha 46 anni di vita. L’ipotesi di riforma consentirebbe all’Ordine di agire in maniera più moderna e con una maggiore rapidità di intervento che renderebbe perfino superflue alcune delle norme previste dal disegno di legge sulle intercettazioni. Perché allora non approvare le norme così largamente condivise affidandole, ad esempio, in sede legislativa alla commissione competente?”