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Roma, non basta una vita

06/11/2014
Autore: 
Silvio Negro
Editore: 
Neri Pozza (2014), pag.399, Euro 18,00
Neri Pozza ripropone questo libro, prefato da Emilio Cecchi e con una nuova introduzione di Stefano Malatesta. Un’opera che è anche storia dello stesso Autore (Silvio Negro, 1897/1959), di origine veneta, arrivato a Roma per fare il giornalista: per un breve periodo all’Osservatore Romano, poi capo della redazione romana del Corriere della Sera, ma soprattutto vaticanista. Parlando del Vaticano, infatti, Negro volle restare “cronista”, interprete di quanto accadeva all’interno delle “sacre mura”.
Con gli occhi del “forestiero”, poi, scoprì Roma, rivelandola a se stesso e ai romani.
La serie delle sue corrispondenze fu riordinata e vide per la prima volta la luce nel 1961. Il volume è diviso in due parti: la prima dal 1933 al 1943, la seconda dal 1944 al 1959, anno della sua scomparsa.
Nella prefazione alla prima edizione del libro, Emilio Cecchi scrive che si tratta di scritti d’una infinita varietà di argomenti: “dalla intonazione così spontanea e felice che nessuno di essi resta fuori chiave o senza vibrazione”. Tra i passi più suggestivi, Cecchi segnala quelli sulle vestigia della preistoria laziale, sul grande cimitero degli ippopotami (lungo la Via Amelia), sulla pietra con l’immagine d’un lupo morente incisa ventimila anni fa (rinvenuta nella grotta Polesini alle Acque Albule) e infine sul Tevere come museo cittadino (luogo che conservava il Bacco di bronzo con intarsi d’argento e di rame, insieme al grande Apollo di scuola fidiaca, oggi alle Terme di Diocleziano). A tutto ciò va aggiunta l’attenzione di Negro verso le metamorfosi urbanistiche.