Il gup di Milano, Alessandro Santangelo, ha rinviato a giudizio per corruzione e truffa ai danni dell’Inpgi il presidente Andrea Camporese nell’ambito del crack della Sopaf. Con lui, il prossimo 21 aprile, compariranno altri nove imputati.
L’Inpgi, nel 2009, acquistò quote del fondo Fip dalla Sopaf. Secondo la Procura della Repubblica, la Sopaf avrebbe realizzato “una plusvalenza … pari a 7,6 miioni di euro (su 30 milioni di investimento), attraverso la controllata Adenium”, nel comitato consultivo della quale era inserito proprio lo stesso Camporese il quale percepiva per tale incarico la somma di 25 mila euro l’anno.
Il presidente dell’Inpgi ha sempre affermato di aver devoluto tali somme in beneficenza. Ma non ha mai rivelato a chi, nonostante ripetuti e formali inviti. L’accusa sostiene che a Camporese sarebbero stati versati degli altri soldi (145.550 euro) su “un conto svizzero intestato a Toschi (Andrea, amministratore di Adenium ndr) ma detenuto “fiduciariamente” da Camporese”.
Il presidente dell’Inpgi si è detto “amareggiato e sconcertato”, dichiarandosi certo che “il dibattimento sarà l’occasione per evidenziare tutti gli elementi che dimostrano la mia totale estraneità rispetto alle fattispecie di reato contestate, come ho sempre dichiarato”.
Il presidente del Cnog, Enzo Iacopino, ha annunciato che chiederà al comitato esecutivo di costituirsi parte civile nel processo: “E’ il solo modo per avere legittimamente accesso a tutta la documentazione e partecipare a pieno titolo ad ogni fase del procedimento. Per essere iscritti all’Inpgi è necessario, come pre condizione, essere iscritti all’Ordine dei giornalisti. L’Odg ha il dovere di tutelare gli interessi dei colleghi che, ad avviso della Procura di Milano, sono stati danneggiati da questa operazione. Un acquisto che ha prodotto certamente per l’Inpgi degli utili che sarebbero stati, però, ben più consistenti se non fosse stato consentito alla Sopaf di lucrare, con un semplice clic, ben 7 milioni e mezzo di euro su 30 milioni di investimento”.