È venuto a mancare all’età di 88 anni il giornalista Felice Maselli. Eletto componente del Consiglio nazionale nel 1974, è stato successivamente riconfermato per i successivi trienni fino al 2010.
Nel corso dei suoi mandati è stato componente, tra l’altro, della Commissione culturale e del Comitato esecutivo arrivando a ricoprire la carica di Vice Presidente. Dal 2003 è stato coordinatore delle relazioni internazionali dell’Ordine.
È stato autore di saggi su molteplici aspetti della professione del giornalista in vari Paesi, con particolare riguardo all’esperienza nord americana.
Alla famiglia del collega scomparso il sincero cordoglio ed il commosso ricordo del Consiglio nazionale.
I funerali si svolgeranno venerdì alle ore 10.00 nella parrocchia di San Marco a Creazzo.
"Felice Maselli.Un ponte tra la comunità americana legata alla Caserma Ederle di Vicenza, e quella vicentina, per quasi cinquant'anni. E un bravo ecompetente vic epresidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei giornalisti, ricordato ancor a con affetto da tanti consiglieri. Se ne è andato a 88 anni Felice Maselli, per tutti “Phil”, giornalista ex portavoce della base americana nel territorio vice ntino. Un ruolo svolto per decenni, tanto da diventare il punto di riferimento p er la stampa veneta nelle relazioni con il comando americano. Maselli era nato a New York nel 1927, da una famiglia di origini pugliesi. Era poi arrivato in Ita lia negli anni '30 parlando solo inglese: imparò l'italiano ricominciando la scu ola dall'inizio, dalle elementari, con molta umiltà e sacrificio. Nel 1955, quan do a Vicenza venne inaugurato lo stanziamento militare Usa, anche visto il bilin guismo, il giornalista ottenne dal Public Affair Office il ruolo di portavoce pe r le relazioni con la comunità italiana: di fatto, Maselli divenne così uno dei primi addetti stampa nella storia del giornalismo italiano. A Vicenza tutt'oggi molti colleghi lo ricordano per la grande umanità e per le capacità relazionali. Coprì per molti anni un ruolo difficilissimo, riuscendo – a detta dei molti che l'hanno conosciuto – a far dialogare italiani e americani pure nei periodi in cui la base Vicentina era il punto di arrivo di soldati di ritorno dai teatri di guerra, per sone in difficoltà psicologiche che magari si rendevano protagonisti di episodi di cronaca (A. Alba)".