Editore:
Ponte alle Grazie (2012), pag.364, Euro 22,00
In questo saggio, l’Autore (giornalista inglese) ricostruisce la storia della tipografia, da Gutenberg ai giorni nostri; una storia che annovera oltre centomila tra font e caratteri tipografici, ognuno con le sue peculiarità e con le sue alterne fortune.
“Verdana” è uno dei caratteri più usati nel mondo. Insieme ad altri ha contribuito all’omogeneizzazione della comunicazione pubblica. A proposito, Garfield precisa che l’insegna del cinema assomiglia sempre più a quella di una banca o di un ospedale, e riviste che prima erano originali ora sembrano destinate alla lettura on line.
Il libro si pone, dunque, come testo di riferimento per quanti desiderano conoscere il mondo dei font che, come sottolinea l’Autore, non sono il semplice disegno di lettere dell’alfabeto, ma costituiscono un veicolo di emozioni, con la loro innata capacità comunicativa (in molti casi, sono diventati icone riconoscibili, fissati nell’immaginario collettivo). La storia dei font è legata a Steve Jobs che, nella progettazione del primo Mac, oltre ai noti “Times New Roman” e “Helvetica”, introdusse una vasta gamma di nuovi caratteri. Fu l’inizio di una rivoluzione. Un’innovazione che, nel giro di circa un decennio, ha inserito la parola “font” – un astruso termine tecnico, riservato alla grafica e alla stampa – nel glossario di ogni utente di computer.