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Si può vivere con 225 euro al mese?

18/03/2014
Il tema dei compensi da fame ai collaboratori di molti giornali italiani sta accendendo giorno dopo giorno il dibattito sui social network. Sull’argomento è intervenuto anche Tommaso Fattori, campaign manager Italia di “Iniziativa dei cittadini europei per il pluralismo dei media”.
“La precarietà – scrive Fattori sull’Huffington Post - non è né un fenomeno meteorologico inevitabile né una specie di flessibilità imperfetta o degenerata: è la scelta consapevole di una precisa politica del lavoro ed è una strategia fin troppo perfetta e ben concepita di sfruttamento feroce. Il fine è spremere profitti comprimendo all’infinito il costo del lavoro e mettendo i lavoratori, sotto costante ricatto, in perenne concorrenza fra loro”.
“Che tipo d’informazione può mai produrre un lavoratore ricattabile e per di più costretto a scrivere più pezzi al giorno per poter mettere insieme il pranzo con la cena? Ha tempo e mezzi sufficienti per verificare le fonti, per fare inchiesta, per approfondire e studiare ciò di cui dovrà scrivere?”, continua Fattori sull’HuffPost.
L’iniziativa europea (che riunisce organizzazioni, media e professionisti da tutta Europa) intende portare sul tavolo della Commissione Europea il tema del diritto a un’informazione libera e plurale che assicuri dignità, indipendenza e pieni diritti a chi lavora per informare. Sul sito dell’associazione è possibile firmare la petizione “Ferma il #mediacidio” per tutelare i lavoratori del settore.
In questo ambito non è mai mancata la voce dell’Ordine nazionale dei Giornalisti il cui presidente Enzo Iacopino 9 marzo scorso ha lanciato una sorta di rubrica a puntate su Facebook dal titolo “Compensi: facciamo verità”. Dopo quelli de “La Gazzetta dello Sport”, che avevano scatenato la bufera, Iacopino ha pubblicato sul suo profilo tariffari e contratti de “L’Unione Sarda”, dell’Ansa, del gruppo Finegil, di Poligrafici Editoriale di “Vogue.it” e di numerose altre testate nazionali e locali: “Fatti un po’ di conti, si dovrebbe vivere con 225 euro al mese. Compensi lordi. Ovviamente si parla di richiesto e pubblicato”. L’iniziativa vive grazie alle segnalazioni di giornalisti e precari, sollecitati dallo stesso Iacopino a inviare documenti e dati.
“Il messaggio lanciato dagli editori è molto chiaro: chi è dentro le redazioni è salvo, almeno fino alla prossima ristrutturazione aziendale. Chi è fuori pagherà con la miseria la sua voglia di scrivere”, ha commentato qualche giorno fa il giornalista Carlo Gubitosa sul suo blog sull’Espresso. “E nel silenzio più totale di scrittori, intellettuali e benpensanti, il giornalismo si trasformerà in un hobby per chi riempie il piatto e il portafoglio in altri modi, con ‘lavori veri’ o perché ricco di famiglia”.