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Siddi punta al fallimento della riforma dell’Odg?

13/05/2009
Il presidente Del Boca Il segretario della Fnsi ha rilasciato gravi dichiarazioni sull’ipotesi di riforma dell’Ordine dei giornalisti, presentata in Parlamento.
Le affermazioni, non smentite e riportate sullo stesso sito della Fnsi, appaiono per molti aspetti sconcertanti.
Al segretario della Fnsi – il quale ha lamentato interferenze dell’Odg quando l’Ordine ha tentato di portare a conoscenza dei colleghi il contenuto di quella che era allora una ipotesi di contratto – rispondono:
 
 
 
Sul sito della Fnsi (e ancor prima sulle agenzie) è apparso quanto integralmente e letteralmente riportiamo:
 
Il Segretario generale della Fnsi propone una riforma radicale dell'Ordine dei giornalisti: "Un consiglio nazionale di sole 12 persone affiancato da un giurì per la tutela della privacy".
 
Il segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, è entrato nel merito delle proposte che circolano sulla necessità di una riforma urgente dell'Ordine dei giornalisti, proponendo una riforma di legge più radicale di quella bipartisan sottoscritta da alcuni parlamentari. Lo ha fatto nel corso della giornata per la libertà di informazione tenutasi domenica in Sardegna e rispondendo ad alcune domande poste da giornalisti di agenzie di stampa.
 
09/05/2009 - "Un consiglio nazionale di sole 12 persone affiancato da un giurì per la tutela della privacy; consigli regionali di sole 5 persone". Franco Siddi, segretario della Fnsi, il sindacato dei giornalisti, intende spingere per una riforma dell’Ordine professionale della categoria ancora più radicale di quella proposta dal Consiglio nazionale nel documento di indirizzo approvato a Positano il 16 e 17 ottobre scorsi, sul quale si basa una proposta di legge bipartisan firmata dai parlamentari Pisicchio, Zampa, Pionati, Mazzucca, Merlo, Giulietti, Rao, Salvini e Lehner.
“Sarebbe già un passo avanti”, dice Siddi, “ma si può fare di meglio”. Fra le proposte di Siddi, la semplificazione della procedura disciplinare, l’esercizio del voto e la partecipazione agli organi dell’Ordine solo per chi non ha smesso di svolgere l’attività professionale; l’abolizione dell’iscrizione a vita all’Ordine dei pubblicisti oggi automatica dopo un certo numero di anni. Intoccabile, per Siddi, solo l’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine che regola autonomia professionale e rispetto delle fonti.