Il 17 giugno un nutrito gruppo di parlamentari ha presentato alla
Camera dei Deputati una
proposta di legge “
per promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico”. Primo firmatario l’on.
Silvano Moffa (
nella foto), presidente della
commissione Lavoro a Montecitorio
Una iniziativa analoga è stata preannunciata in Senato, ad opera di
Elio Lannutti e
Vincenzo Vita, e da un altro parlamentare,
Giorgio Merlo che ha denunciato con scandalo quei “
dati della vergogna”, contenuti in una
ricerca fatta dall’
Ordine, illustrata nella sede di via Parigi alla presenza del ministro
Giorgia Meloni, la quale annunciò il pieno “appoggio del governo” alla iniziativa.
La proposta (la numero 3555) punta a redigere un elenco delle aziende “che garantiscono il rispetto dei requisiti minimi stabiliti” da un apposito comitato. Il non far parte di questo elenco comporta, a far data dal 1 gennaio 2012, l’impossibilità di accedere “a qualsiasi contributo pubblico in favore dell’editoria”.
La commissione per “la valutazione delle equità retributiva” sarà composta da un membro designato dal ministro del Lavoro, da uno dal ministro dello Sviluppo economico, e da uno designato dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Questa Commissione dovrà stabilire, entro tre mesi dal suo insediamento, quali sono “i requisiti minimi di equità retributiva”.