Editore:
Donzelli (2011), pag.200, Euro 15,00
Con un occhio a Google e l’altro a Marx, l’Autore analizza il mondo dell’informazione guardando al mercato editoriale internazionale, per individuare i perdenti e i vincenti di una guerra che sta selezionando la “specie del giornalismo”. Gli innumerevoli produttori di comunicazione al tempo dei social network comportano una mutazione professionale del reporter: non più disvelatore esclusivo della notizia, ma selezionatore, decifratore e (soprattutto) coproduttore dei nuovi sistemi intelligenti che tendono sempre più a sostituirsi alla “meccanica” redazionale.
Nel centenario della nascita di Marshall McLuhan – come spiega nella prefazione Derrick de Kerckhove, già direttore del McLuhan Center di Toronto ed erede del fondatore della mass-mediologia moderna – si conferma l’intuizione del computer come protesi del cervello umano che “disintermedia le funzioni delegate”.
Convinto che questa sia più una chance che una iattura, Michele Mezza – ideatore di Rai News 24 e docente di “Teoria e tecnica dei nuovi media” all’Università di Perugia – prova a delineare la figura di un nuovo mediatore, capace di governare le potenze tecnologiche, di declinare linguaggi sociali, di dare un’anima all’informatizzazione della vita, a patto di bruciare ogni nostalgia e conservatorismo. Con la certezza, condivisa nella postfazione da Pierluigi Celli (direttore generale della Luiss di Roma), che i tempi sono maturi per una svolta radicale.
In conclusione, da questo saggio scaturisce una proposta alternativa di giornalismo che prefigura: nuove “filiere produttive”, nuove soluzioni editoriali e nuove organizzazioni redazionali.