Editore:
Giuntina (2009), pag.164, Euro 15,00
È il racconto della vita di Alberto Sed. Una vita segnata da Auschwitz. Orfano da bambino, le leggi razziali gli impedirono di proseguire gli studi. Il 16 ottobre 1943 sfuggì alla retata effettuata nel ghetto di Roma. Fu catturato successivamente, insieme alla madre e alle tre sorelle, e deportato nel campo di concentramento di Auschwitz. La mamma e una sorella, giudicate “inabili al lavoro”, finirono nella camera a gas. Un’altra sorella, un mese prima della fine della guerra, fu sbranata dai cani delle SS. Alberto sopravvisse a varie selezioni, alla fame, all’inverno, alle torture. Fu liberato nell’aprile 1945. Queste poche parole, riprese da una pagina del libro, sono significative della tragedia vissuta: “Prima che le nostre vite fossero annientate, a essere calpestato era il cuore… Il marito non sapeva nulla della moglie, la madre del figlio. Li divideva una barriera di filo spinato”.
Roberto Riccardi, ufficiale superiore dei Carabinieri, giornalista, è direttore responsabile della rivista “Il Carabiniere”.