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Stampa sotto assedio, il triste primato di Basilicata e Calabria

05/08/2014
E’ la Basilicata a detenere il primato dei giornalisti minacciati in proporzione al numero degli iscritti all’Ordine: 39 colleghi su mille. Se invece consideriamo il numero totale, la Calabria guida la triste graduatoria con 89 colleghi su 2650 iscritti, 34 ogni mille, rispetto ai 12 del Lazio, agli 8 della Lombardia e ai 6 del Piemonte.
 
E' il dato paradossale che emerge da uno studio dell' Istituto Demoskopika che ha elaborato i numeri raccolti dall'Osservatorio «Ossigeno per l' informazione», dal 2011 ad oggi.
 
Il report, intitolato «Stampa sotto assedio», è stato illustrato a Catanzaro nella sede regionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria da Raffaele Rio di Demoskopika e dal presidente dell’organismo regionale di categoria Giuseppe Soluri.
«Da questa ricerca - ha detto Soluri - emerge un quadro analitico e chiaro di un fenomeno su cui è rivolta da tempo la massima attenzione di Ordine e Sindacato. Il caso Albanese è emblematico e dà il segnale della situazione. Lui e gli altri colleghi minacciati hanno tuttavia manifestato grande coraggio continuando a scrivere e, anzi, accentuando il loro impegno».
 
«Tra i media più minacciati - ha spiegato Rio illustrando i risultati dello studio - prevale la carta stampata (84,3%), poi tv e radio (12,4%) e media online 3,3%, ma in costante crescita. In cima alle tipologie di minaccia ci sono gli avvertimenti (33,7%), le aggressioni fisiche (24,7%), le denunce e le azioni legali (20,2%) e i danneggiamenti (15,7%)».
 
Impossibile non vedere l'effetto sul dato lucano di casi discussi come quello che ha coinvolto il giornalista Rai Nello Rega e il direttore editoriale di “Basilicata 24” Michele Finizio, finiti al centro di inchieste per simulazione di reato che non si sono ancora definite.
 
Rio ha poi sottolineato il peso del sommerso ed ha proposto la creazione di un “Centro di ascolto” che dia la possibilità alla categoria di offrire elementi di lettura della realtà e di far comprendere meglio il ruolo e la funzione del giornalista in Calabria e nelle altre regioni allontanando l'immagine prevalente secondo Rio, di "segretari verbalizzanti".