La giunta comunale dell'Aquila ha deliberato stamani l'intitolazione di una strada a Guido Polidoro, noto giornalista aquilano, scomparso nel 2000, che fu per anni capo servizio del quotidiano Il Messaggero. Si tratta, significativamente, della via dove ha sede attualmente l'Ordine regionale dei giornalisti che ha promosso l'iniziativa. La delibera e' stata presentata in giunta dall'assessore alla Toponomastica Giuliano Lalli, su proposta della commissione competente. "L'intitolazione di una strada a Guido Polidoro - ha dichiarato il vice sindaco Giampaolo Arduini - costituisce un atto significativo, nei confronti del quale esprimo soddisfazione come membro dell'amministrazione attiva e soprattutto come giornalista. Polidoro ha rappresentato, nel corso della sua lunga carriera, un esempio e un maestro per generazioni di cronisti. Il suo spessore umano e professionale, la sua viva intelligenza e la sua dirittura morale, unite alla passione e al rispetto incondizionato che ha sempre nutrito nei confronti di questo mestiere, ne fanno tuttora un maestro per tutti noi. Per queste ragioni credo che questa iniziativa rappresenti un bel segnale da parte della citta' in una fase cosi' cruciale della sua storia". Sull'argomento e' intervenuto anche Stefano Pallotta, presidente dell'Ordine dei giornalisti d'Abruzzo, che si e' fatto promotore dell'intitolazione. "Si tratta - ha dichiarato il presidente Pallotta - di un segno di grande attenzione che l'amministrazione comunale dell'Aquila ha compiuto nei confronti dell'informazione cittadina e regionale. L'intitolazione di una strada a Guido Polidoro, che per noi giornalisti e' un esempio di correttezza etica nell'esercizio quotidiano della professione, e' un fatto di grande importanza soprattutto perche' la strada in questione e' anche quella in cui si trova la sede regionale dell'Ordine". "Guido Polidoro - come ricorda il collega Angelo De Nicola - nasce a Chieti il 30 gennaio 1938. Era un Maestro. Di giornalismo e di vita. Era nato maestro, maestro di scuola elementare. E spesso, con ironia, ricordava la sua prima professione esercitata fino al 1961, quando, dopo l'esordio nel 1958 nella redazione del Il Tempo di Chieti, fu assunto da Il Messaggero come corrispondente sempre nella redazione chietina. E da allora fu sempre "il Capo". Nelle redazioni di Avezzano, Rieti, Teramo e, quindi, alla fine degli anni Sessanta, all'Aquila dove venti anni dopo, nel 1987, fu promosso "coordinatore regionale" dell'edizione abruzzese. Dal '92 affianco' Paolo Gambescia alla guida della redazione regionale di Pescara. Nel '94 il fulmine a ciel sereno per lui e per tutta la "vecchia" guardia: il prepensionamento, a 55 anni. Sopporto' in silenzio rimanendo comunque, fino all'ultimo, nella professione attiva. Professione cui ha offerto il suo impegno negli organi di tutela della categoria quale l'Ordine dei Giornalisti abruzzesi ed il Gruppo Stampa Regionale di cui e' stato fondatore e presidente. Ha anche fondato "AB", un bisettimanale che avrebbe meritato miglior fortuna. Spiccato era il suo senso della notizia. Enciclopedica la conoscenza del "suo" Abruzzo. Granitica la sua autorevolezza nel "Palazzo". Per i colleghi era una sicurezza: "Chiedi a Polidoro, lui di sicuro lo sa". Nel 2000, un male incurabile, sopportato con la sua proverbiale pazienza, l'ha strappato alla famiglia, al giornalismo ed alle giovani generazioni di cronisti che ne avevano fatto un "faro" in un momento in cui i maestri sono diventati merce rara".