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Suicidi, richiamo dell’Ordine dell’Umbria

19/06/2012
Il consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria, aderendo alle giuste sollecitazioni di altri Ordini regionali, in particolare di quello della Toscana, fa sue le preoccupazioni circa la necessità di porre un argine più robusto alla pubblicazione indiscriminata e fuori dalle regole deontologiche di notizie ridondanti sui suicidi, spesso addirittura corredate da foto ed eccesso di particolari che nulla hanno a che vedere con l’essenzialità dei fatti, né tantomeno con le norme sulla privacy e sul rispetto delle persone, àncore queste ultime imprescindibili per un giornalismo che deve essere responsabile, essenziale, credibile e non indulgente in alcun modo al sensazionalismo ed all’invasività anche nella vita intima dei soggetti spesso più deboli.
Le norme deontologiche, necessarie ad un giornalismo attento, corretto e rispettoso delle persone e che non deve ricorrere a dannose amplificazioni, sono chiare e l’Ordine dell’Umbria è deciso a farle rispettare, tanto che si è già attivato nei confronti di alcuni iscritti. Per questo si invitano tutti i giornalisti e in particolare cronisti, capiservizio, redattori capo e direttori di testata, ad affrontare questi episodi tenendo sempre presente la necessità di non offendere la dignità delle persone coinvolte, di non aggiungere dolore alle già grandi sofferenze dei familiari e di essere oltremodo attenti a non indurre fenomeni di imitazione.
Al di là di quei rari casi in cui il diritto di cronaca prevale su tutti gli altri, ma anche in questo caso non si devono dimenticare la cautela e le regole definite dal codice deontologico che comunque richiama ad una informazione completa, corretta e rispettosa delle persone coinvolte, non si devono divulgare le generalità di chi ha deciso di togliersi la vita e neanche tutti quei particolari che, pur non aggiungendo nulla alla sostanzialità della notizia, possano rendere identificabile il suicida. Deve essere inoltre evitato in assoluto il coinvolgimento di familiari, in
particolare figli e parenti minorenni, ai quali vanno garantiti riservatezza e anonimato.