Editore:
Marsilio (2014), pag.1374, Euro 24,00
È il racconto di una serie di storie, di riflessioni, di bozzetti, di oggetti dimenticati. È anche un documento di un tempo perduto e il ricordo della vita nella redazione de “Il Giorno”. Belle le pagine dedicate al giornale, i notturni di guardia, il paradosso in cui in breve tempo bisogna diventare esperti di un argomento e scriverne senza errori. Tra tante storie c’è quella di una sfida a duello, evitata con furbizia. E ci sono i personaggi della redazione, a partire dal direttore Baldacci.
Il libro è anche il racconto dell’apprendistato letterario, la voglia di fare poesie e di pubblicarle, i primi racconti sottoposti al giudizio di Orio Vergani, tramite il figlio Guido (era compagno di scuola di Melega). E soprattutto, come recita il sottotitolo del libro è la storia del rapido passaggio dell’Italia, da una società contadina e patriarcale, a una nazione industriale tra le prime del mondo.
Il volume, a suo tempo, venne stampato in parte, rimanendo sostanzialmente inedito; scritto tra il 1958 e il 1960, è ora proposto per intero senza modifiche.
Gianluigi Melega (1935-2014) ha collaborato alla fondazione dei quotidiani “Il Giorno” e “la Repubblica”; è stato redattore capo di “Panorama” e direttore de “L’Europeo”. Autore di romanzi e di raccolte di poesie, ha scritto i libretti per quattro opere musicali.