Editore:
Johan & Levi, 2016, pag.384+11 immagini colore, Euro 29,00
A cento anni dalla sua scomparsa a 34 anni, disarcionato da cavallo, mentre era soldato volontario nella Grande guerra, Gino Agnese ripercorre, passo per passo, la vita di Umberto Boccioni (1822-1916), fin dalle prime esperienza giornalistiche, a Catania, con la “Gazzetta della Sera”.
Fautore ed esponente di spicco del Futurismo, Boccioni fu, con Marinetti, tra i primi a recepire la nuova sensibilità introdotta dal secolo delle tecnologie e della macchina. Non è un caso se, fin da subito, Apollinaire riconosce in lui il teorico del gruppo, colui che di lì a breve sintetizzerà nel celebre “camminatore” le proprie ricerche su un dinamismo quasi metafisico.
Per Agnese, Boccioni si distinse per il corso rapido dell’intelletto, per la singolarità dei discorsi, che spaziavano in ogni campo. Possedeva i tratti della genialità, faceva proprie letture ed esperienze, rilanciandole per fissare i principi di una nuova estetica. Nel solco di Balla, durante gli anni dell’apprendistato romano, sarà lui a trascinare, poi, il maestro nell’avventura del Manifesto dei pittori futuristi, nel 1910, a cui avevano già aderito Carrà, Severini, Russolo. Manifesto nel quale era evidenziato che “Come i nostri antenati trassero materia d’arte dall’atmosfera religiosa che incombeva sulle anime loro, così noi dobbiamo ispirarci ai tangibili miracoli della vita contemporanea, alla ferrea rete di velocità che avvolge la Terra…ai voli meravigliosi che solcano i cieli…”.
Gino Agnese è stato una firma di spicco de “Il Tempo”; ha diretto la rivista internazionale di studi sulla comunicazione “Mass Media”, fondata nel 1982. Nel 1990 ha pubblicato “Marinetti, una vita esplosiva”, che ha ottenuto importanti premi letterari. È autore di vari saggi dedicati al Futurismo e, più in generale, alla comunicazione.