L’Ordine dei giornalisti delle Marche presenta all’Assemblea un risultato contabile molto lusinghiero. Gestione in attivo nonostante il blocco della quota ai livelli del 2001
Un altro bilancio positivo. L’Ordine dei giornalisti delle Marche chiude in attivo anche la gestione 2010. L’avanzo di gestione è di poco superiore ai settemila euro, ma soprattutto è stato definitivamente azzerato il debito fatto per l’acquisto e la ristrutturazione della nuova Sede. Un dato ancora più sorprendente se si considera che la quota annuale è bloccata dal 2001: ciò vuol dire che le entrate sono le stesse di dieci anni fa, mentre le spese sono aumentate e non di poco.
Altro dato significativo: anche nel 2010 l’Ordine marchigiano ha azzerato la morosità, nel senso cioè che ha riscosso il 100% delle quote, versando al Consiglio nazionale tutta la somma di sua spettanza. E proprio grazie al funzionamento del sistema di riscossione l’Ordine marchigiano riesce ad avere dal Consiglio nazionale l’aggio del 15% sul totale delle quote. Una cifra di tutto rispetto con la quale da alcuni anni si riesce a tenere i conti in equilibrio.
Il primo dato che emerge dall’analisi del bilancio è l’estremo contenimento di tutti i costi. L’unico aumento di un qualche rilievo riguarda il materiale d’ufficio e le spese postali, ma ciò è dovuto essenzialmente alle elezioni che si sono svolte nel 2010 e che comportano precisi adempimenti di legge.
L’andamento dei conti rispecchia rigorosamente le previsioni. I risultati positivi derivano anche dalla correzione che il Consiglio ha deciso nel 2010 sui diritti di segreteria. Operazione che ha dato i risultati preventivati. Insomma, è grazie al controllo rigoroso dei conti e al contenimento dei costi che anche quest’anno il Consiglio può presentarsi in Assemblea con un bilanciò più che lusinghiero.
Fra l’altro il Consiglio ha previsto una serie di accantonamenti (per le iniziative in corso o quelle già programmate) che danno certezze per il futuro e adeguate coperture anche per situazioni assolutamente impreviste o imprevedibili.
L’unica voce su cui si può ancora incidere (il Consiglio ha già preso provvedimenti) sono le spese telefoniche. L’aumento di spesa non è dovuto a un maggior traffico, ma deriva dal fatto che oggi quasi tutte le chiamate sono da fisso verso cellulare. Il vice Presidente Di Francesco e il tesoriere Romagnoli stanno verificando la possibilità di cambiare contratto per trovare la soluzione più adeguata alle nuove esigenze. Si tratta però di un possibile risparmio di poche centinaia di euro (fra i 200 e i 400 euro l’anno). Ma i vecchi commercianti dicevano… “sono le piccole somme che fanno le grandi cifre”. E forse ciò vale anche in epoca di globalizzazione...