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Una “gara” per onorare Pippo Fava

29/07/2009
C’è un dovere di testimonianza civile al quale nessuno ha il diritto di sottrarsi eludendolo con parole più o meno altisonanti. I colleghi che collaborarono con Pippo Fava in quella avventura di impegno sociale che fu “I Siciliani” si trovano oggi chiamati a rispondere con i loro beni personali alle conseguenze di una sentenza della magistratura.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti è consapevole che quegli impegni vanno onorati, anche per rispettare la memoria di Pippo Fava. Ma è altrettanto consapevole che sarebbe sommamente ingiusto che siano costretti a farlo quanti collaborarono con il collega assassinato dalla mafia il 5 gennaio 1984, spesso ricevendo la sola – gratificante – ricompensa di aver adempiuto ad un dovere sociale.
Pippo Fava scriveva: “Io ho un concetto etico del giornalismo. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza e la criminalità, impone ai politici il buon governo. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, si porta sulla coscienza tutti i dolori umani che avrebbe potuto evitare e le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni e le violenze che non è mai stato capace di combattere”.
Il Consiglio nazionale invita tutti i colleghi a rispondere con generosità all’appello che è condiviso, tra altri, dall’Ordine dei giornalisti, dalla Fnsi, da Libera e dalle principali associazioni di impegno civile.
E’ un modo per onorare la memoria di Pippo Fava e per testimoniare gratitudine ai colleghi protagonisti di quella stagione.

 


 C.c. della "Fondazione Giuseppe Fava"
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