Non è una novità, e che poco o nulla sia cambiato negli anni lo confermano ricerche nazionali e internazionali: i giornalisti scelgono quasi sempre gli uomini per raccontare i fatti e spiegare il mondo in qualità di esperti. Le donne sono interpellate come espressione della opinione popolare. Secondo i risultati del Global Media Monitoring Project 2015, il più ampio e longevo progetto di ricerca sulla visibilità delle donne nei mezzi d’informazione infatti , radio, stampa e TV italiane danno molta più visibilità agli uomini che alle donne (79 per cento contro il 21). In particolare, tra gli esperti, le fonti femminili sono soltanto il 18 per cento.
Eppure le statistiche ci dicono che è donna più della metà delle laureate, che le ragazze sono più brave e ottengono migliori risultati dei maschi. Vincono premi, dirigono centri internazionali, partecipano a progetti prestigiosi. E allora dove vanno a finire queste donne eccellenti? Perché nessuno le conosce? Come si può far uscire da un ingiusto cono d’ombra le nostre scienziate?
Ci hanno provato l’Osservatorio di Pavia e l’associazione GiULiA, in collaborazione con Fondazione Bracco e con il sostegno della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, realizzando una piattaforma online che raccoglie, per iniziare, 100 nomi e curriculum vitae di esperte nell’ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), settore storicamente sottorappresentato dalle donne e al contempo strategico per il nostro Paese. Un sito, “www.100esperte.it” che si propone come strumento di ricerca di fonti femminili competenti per giornaliste e giornalisti, ma anche come risorsa di voci prestigiose e autorevoli che possono contribuire al dibattito pubblico, dentro e fuori i media.
Il sito è di facile consultazione e l’accesso è gratuito. La ricerca dell’esperta più adatta ad essere intervistata in una particolare occasione si può effettuare per nome, competenza o parola chiave
Il progetto è stato ideato e curato da Monia Azzalini dell’Osservatorio di Pavia Media Research e da Giovanna Pezzuoli e Luisella Seveso dell’associazione Gi.U.Li.A. (Giornaliste Unite Libere Autonome). Per la scelta delle esperte ci si è avvalsi della partnership del Centro Genders (Gender & Equality in Research and Science) dell’Università degli Studi di Milano, e di Wikimedia Italia.
Il progetto ha il patrocinio non oneroso del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, della Rai, della Consigliera Nazionale di Parità presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e il sostegno delle associazioni Wister e Stati Generali dell’Innovazione.