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UNO SCRITTORE IN GUERRA

21/06/2016
Autore: 
Vasilij Grossman
Editore: 
Adelphi, 2015, pag.471, Euro 23,00
Sono qui raccolti i “Taccuini” che Grossman (1905-1964) scrisse, durante la Seconda guerra mondiale, sul fronte orientale; come inviato speciale di Krasnaja zvezda (“Stella Rossa”), il giornale dell’Armata Rossa. Grossman fu al seguito dell’esercito, dalla avanzata tedesca in Ucraina alla difesa di Mosca; dall’assedio di Stalingrado, alla battaglia di Kursk; dalla liberazione di Kiev alla scoperta dei Lager di Treblinka, fino alla resa di Berlino, il 2 maggio 1945.
Al fronte, Grossman raccoglieva le innumerevoli testimonianze e le scriveva di notte. Metteva in evidenza la tragicità dei momenti. Nel bombardamento di Gomel, per esempio, il clima è reso con piccoli tocchi: “una mucca, una bomba, incendi, donne…Gomel bombardata vista dagli occhi di una mucca ferita”. Per Stalingrado, alle vicende di guerra faceva da controcanto “l’impietoso, profondissimo azzurro del cielo, il dardeggiare del sole, il dolce respiro del Volga”.
Un libro crudo, come sono le guerre, ma ricco di umanità: pagine che rendono la realtà con profonda incisività. Per Grossman, dopo Treblinka, chi scrive ha il dovere di raccontare una verità tremenda; e chi legge ha il dovere civile di conoscerla, questa verità.