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"Vatileaks", parla Becciu, sostituto della Segreteria di Stato: "Nuzzi e Fittipaldi hanno il diritto di pubblicare le notizie che ricevono»

29/12/2015
Gianluigi Nuzzi e Emiliano Fittipaldi, giornalisti italiani coimputati nel processo «vatileaks», «hanno tutto il diritto di pubblicare le notizie che ricevono» ma il dibattimento nel tribunale dello Stato Pontificio punta a chiarire il «modo con cui hanno ricevuto le notizie»: a parlare è Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato, in un'intervista mandata in onda dalla Radio vaticana sul 2015 del Pontefice.
La fuga di documenti riservati del Vaticano per un verso «è stata una vicenda che ha fatto soffrire tanto il Papa», afferma il presule sardo, ma «nello stesso tempo, però, non lo ha piegato: ci ha dato anzi esempio di serenità, di coraggio e ha comunicato anche a noi la necessità e la volontà di andare avanti, di non lasciarsi condizionare da vicende negative che succedono attorno a noi e soprattutto da questa vicenda che è capitata». Per un altro verso, «vorrei precisare - prosegue il Sostituto della Segreteria di Stato - che le due persone che sono accusate di aver diffuso i documenti certamente sono venute meno alla fiducia del Papa, ma venute meno anche all'impegno, che avevano assunto con giuramento, di tener segrete le carte che avrebbero preso in mano. Vi sono anche i due giornalisti accusati di aver diffuso le notizie in maniera non corretta. Su questo punto vorrei precisare questo: i giornalisti hanno tutto il diritto di pubblicare le notizie che ricevono, perché spesso in questo ultimo tempo hanno accusato il Vaticano di essere oscurantista e di usare metodi inquisitori. Non si tratta di mettere in discussione il loro diritto di diffondere notizie, ma casomai vi sono dubbi sul metodo, sul modo con cui hanno ricevuto le notizie. C'è un processo in corso, il processo chiarirà questi dubbi». Nell'intervista, l'arcivescovo rileva che «non è facile» introdurre lo stile di sinodalità in tutta la Chiesa dopo due sinodi sulla famiglia (2014-2015) e sottolinea che Jorge Mario Bergoglio andrà avanti nella «riforma della Curia», ma è necessario «non ripiegarci troppo su noi stessi» ed allargare lo sguardo ai problemi più ampi che investono la cattolicità, dalla persecuzione dei cristiani alla «scristianizzazione» che «avanza in maniera inesorabile».