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Vicenda Toni-De Palo: Alemanno, intollerabile la mancanza di verità

02/09/2010
''Non e' tollerabile che per trent'anni la verità e la giustizia siano state bloccate non dagli eventi e da circostanze indipendenti dalla nostra volontà, ma proprio dagli apparati dello Stato. Trent'anni sono troppi, insopportabili''. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, intitola due viali nel parco archeologico di Villa Gordiani alla memoria di Graziella De Palo e Italo Toni, nel trentennale dalla loro scomparsa. Dei due giornalisti si sono perse le tracce il 2 settembre 1980 in Libano, dove stavano conducendo un'inchiesta sui campi palestinesi nel sud del Paese.
''Ci appelliamo al Presidente della Repubblica e a tutte le Istituzioni per un briciolo di verità'', dice Giancarlo, fratello di Graziella, che definisce quella dei famigliari una ''odissea senza Itaca''. L'anno scorso Alemanno aveva chiesto che sulla vicenda fosse tolto il segreto di Stato: la richiesta e' stata parzialmente accolta e i fratelli dei due giornalisti hanno avuto accesso (''con molta fatica'', denunciano) ai documenti sulle ricerche compiute all'epoca, mentre il segreto sui rapporti tra intelligence italiana, intelligence libanese e organizzazione per la liberazione della Palestina è stato prorogato fino al 31 dicembre 2010. Nei faldoni consultati, racconta Fabio De Palo, l'altro fratello di Graziella, ''c'e' la conferma che i servizi segreti dell'epoca hanno depistato''.
''Questa cerimonia che appone una lapide ha il sapore di una pietra tombale'', dice Aldo, fratello di Italo, che denuncia un silenzio durato trent'anni. Ma il presidente del Copasir Massimo D'Alema e il sindaco Alemanno, intervenuti alla cerimonia con il presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino, assicurano che non permetteranno che cali di nuovo il silenzio. D'Alema sollecita governo e servizi segreti ad agire per avere collaborazione dalle autorità del Libano chiedendo che venga trovato un punto di equilibrio tra i diritti degli Stati e l’esigenza della verità. Parole riprese da Iacopino, il quale nota che tale equilibrio deve essere trovato sempre, anche su altri argomenti: “Il diritto a conoscere la verità passa anche per la possibilità dei giornalisti di raccontare i fatti”, dice il presidente dell’Odg facendo riferimento al provvedimento sulle intercettazioni. Iacopino ringrazia il sindaco di Roma per l’iniziativa, dicendosi lieto che i giornalisti vengano ricordati, ma auspicando che “vengano rispettati da vivi”.
Alemanno dice: ''Garantisco che questa cerimonia non e' una pietra tombale o un modo per lavarsi la coscienza, ma serve per far sentire la pressione dell'opinione pubblica e l'impegno dell'amministrazione cittadina e del Parlamento perchè vengano eliminati gli ultimi ostacoli alla ricerca della verità''.
''Almeno la ricerca dei corpi è l'ultimo diritto cui ci appelliamo'', dice Fabio De Palo. E Renata, la madre di Graziella: ''Questi trent'anni sono stati una unica lunga e buia notte. Continueremo a lottare finché avremo vita''.(ANSA).